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  • Angelo Ogbonna:|Lo spot vincente del Toro

    Angelo Ogbonna:|Lo spot vincente del Toro

    Primo in classifica, con la miglior difesa della serie B e anche la meno ammonita. Dietro al Toro più tosto degli ultimi anni non c'è solo Giampiero Ventura, capace di rivoluzionare la squadra e la piazza granata in 80 giorni, ma le prestazioni e le sicurezze di Angelo Ogbonna. Ovvero il miglior prodotto del vivaio torinista, inseguito dai miglior club europei e ora simbolo bello e vincente di un mondo che sta riscoprendo emozioni sopite da tempo. Dopo aver passato l'estate in bilico per le sirene di mercato, senza però mai perdere la testa e le proprie certezze, il difensore italiano di origini nigeriane si è trasformato nell'Angelo custode del Torino. Anche così si spiega il 1º posto solitario dei granata: i 20 punti (il doppio dello scorso anno con Lerda) sono frutto di una difesa che ha concesso solo 4 gol in 8 partite, in casa è imbattuta da 294' (una sola rete incassata, il 31 agosto col Cittadella) e vanta appena 5 difensori ammoniti. Tra questi non c'è Ogbonna, che nei 760' passati in campo ha sbarrato la strada a tutti senza mai incappare in un «giallo». Ecco perché i tifosi granata impazziscono per il vice-capitano, che in squadra è ormai un punto di riferimento nonostante i suoi 23 anni.


    Nel Toro leader, Ogbonna è il capoclasse, e la vetrina azzurra che gli ha offerto Prandelli non può che inorgoglire l'ambiente granata. «E' un premio meritato per quello che sta facendo - conferma il ds Gianluca Petrachi - e un incentivo a crescere ancora di più». Dopo aver offerto un'altra prova di spessore nel successo per 1-0 contro il Grosseto, Ogbonna ha subito risposto alla terza convocazione in Nazionale e le possibilità di debuttare finalmente in prima squadra sono in crescita. Tra la trasferta in Serbia e la partita con l'Irlanda del Nord (martedì a Pescara), il granata si candida per completare il percorso iniziato un anno fa dopo l'esperienza in Under 21.

    Non in un'amichevole, ma in una partita ufficiale: un evento che nel Toro non si registra dal luglio 1994, quando Mussi giocò la finale Mondiale contro il Brasile. Successivamente in Nazionale sono passati anche Silenzi, Asta, Barone, Abbiati e Rosina, ma tutti disputarono solo test con l'Italia. Ecco perché, nell'ultracentenaria storia del Torino, Ogbonna sta scrivendo pagine importanti. E se venisse convocato a giugno per Euro 2012 potrebbe anche eguagliare dopo 30 anni il record di Collovati, finora l'unico azzurro pescato dalla B per disputare un torneo internazionale (allora fu il Mondiale 1982). Dai cadetti agli Europei: tutto è possibile per il volto buono della «generazione Balotelli», che rispecchia perfettamente l'anima di questo Toro, il «se vogliamo, possiamo» di Ventura.

    Lo spot Ogbonna e la voglia di aggiornare storie più o meno antiche si sposa con lo spirito di una squadra che vola e colleziona primati. Dal maggior numero di vittorie in campionato (6) al miglior rendimento in trasferta (12 punti su 12), passando per la difesa meno battuta della B (4 gol, 1 su rigore) fino alla miglior media inglese (+4) e il minor numero di cartellini gialli in 8 partite. Il Toro ha subìto 14 ammonizioni, non ha ancora diffidati e nessuno è stato espulso, eppure in campo la squadra lotta su ogni pallone e ha la cattiveria giusta. La serenità del Torino, infusa da Ventura, è uno dei segreti del primo posto e si contrappone al nervosismo dei precedenti due tornei di B: dopo 8 giornata il Toro di Lerda aveva 24 ammoniti e un espulso, mentre quello di Colantuono 17 gialli e 2 rossi. «Se ci avessero detto - commenta Ventura - che dopo due mesi e mezzo di lavoro saremmo stati primi in classifica, con la miglior difesa e la squadra meno ammonita, non ci avrebbe creduto nessuno. Invece eccoci qua, ma non abbiamo ancora fatto nulla». La prova del nove sarà a Verona, contro l'Hellas, nella prima partita senza Ogbonna. «Ho parlato con Prandelli qualche giorno fa - svela il tecnico granata - e lui lo avrebbe convocato la volta successiva. Poi ci sono stati gli infortunati... Sono contento per Angelo, ma certo un po' mi dispiace averlo».


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