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  • Il  miracolo del Verona di Bagnoli compie 35 anni: regina d'Italia davanti a Maradona e Platini

    Il miracolo del Verona di Bagnoli compie 35 anni: regina d'Italia davanti a Maradona e Platini

    • Alessandro Righelli
    La giornata di oggi non è una giornata qualunque per i tifosi dell'Hellas. Oggi, esattamente 35 anni fa, si festeggiava a Verona un successo indelebile come il primo scudetto di Serie A. Era esattamente il 12 maggio 1985 quando la squadra capitanata dall'allora grandissimo allenatore Bagnoli arrivò in cima ad un campionato tra i più belli e più complicati del mondo. Fu il coronamento di un'annata straordinaria, fatta di tante piccole imprese che formarono un capolavoro che ancora oggi tanti ricordano e tramandano fieramente ai propri successori. Per chi in quel giorno c'era le parole per descrivere le gioie e le emozioni provate si sprecano, mentre per i più giovani: ricordate l'impresa del Leicester di Ranieri di qualche anno fa? Ebbene, eccovi un chiaro esempio di ciò che successe quel giorno a Verona.



    Come abbiamo detto, fu una stagione davvero perfetta, che cominciò nei migliori dei modi, come se il destino fosse già scritto nel firmamento. L'Hellas giocò la prima gara contro un Napoli da scudetto, nel quale giocava un certo Diego Armando Maradona, per poi collezionare grandi vittorie come quella di Firenze nel girone di ritorno vinta 1-3 in un Franchi gremito. La squadra era una macchina da gol, precisa ed infallibile, disposta chirurgicamente dal grandissimo Bagnoli, uomo dalle larghe vedute, che interpretava il calcio con l'animo di un ragazzino. Bagnoli fu un Cristoforo Colombo del calcio, un pioniere che amava andare oltre le solite congetture, sperimentando e risperimentando formule fino a che esse non fossero opere d'arte. Un esempio? Prendiamo Briegel, quel riccioluto e biondo tedesco che arrivò dalla Germania nelle veci di terzino, per poi essere trasformato in una macchina da gol proprio da Bagnoli. L'allenatore gialloblù amava così tanto inventare che abbandonò ogni schema logico-strutturale delle posizioni in campo, perché ogni giocatore era padrone della propria posizione e gli schemi erano solamente naturali conseguenze del modo di giocare di ognuno. Concetti elementari, ma che nel complesso erano uno spettacolo shakespeariano.

    Poi c'erano loro, gli attori in campo, tra i quali possiamo ricordare Tricella, un centrocampista che ora potrebbe essere tra i primi in Italia, se non in Europa, con la sua tecnica e la sua visione di gioco; Galderisi e Larsen, la coppia d'attacco che farebbe scuola anche ora e il mastino di difesa Fontolan, duro e pragmatico ad ogni partita.

    Insomma fu davvero una squadra formidabile, che portò la città di Verona e l'intera provincia sul gradino più alto d'Italia, là dove stanno solo le grandi squadre. Ora la speranza che tutto ciò possa ripetersi è nel cuore di tutti i tifosi gialloblù, soprattutto da quando Juric ha preso il comando e sta facendo davvero bellissime cose. La strada è ancora lunga e piena di difficoltà ed insidie, però, dopo questa grande pandemia e stop del calcio, tutti possono ritornare a sognare. Le carte giuste ci sono tutte e se l'Hellas saprà lavorare bene, i sogni potranno tornare ad essere realtà. Alla fine, come dice il motto più antico del mondo: la speranza è l'ultima a morire!

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