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  • Ansia da Champions? Ci pensa Allegri

    Ansia da Champions? Ci pensa Allegri

    • Luca Borioni
    A partire da oggi la Juve deve fare i conti, nell’ordine, con: la pressione del Napoli che dicono essersi addirittura rinvigorito dopo la sconfitta di Torino (anche se l’analogo precedente scellerato di Garcia non portò bene alla Roma), bissata da quella di Vila-Real; l’ansia da primato in classifica che pure a parole Allegri ha già esorcizzato; ma soprattutto, l’ossessione da Champions.

    Quest’ultima ha da sempre condizionato le partecipazioni della Juventus alla massima competizione per club d’Europa. Perché i fatti dimostrano che qualche problema di sintonia con le partite, anzi con le finali oltreconfine i bianconeri l’hanno sempre avuto. E non solo con le finali, ma prima ancora con le semplici fasi di qualificazione. Una tendenza che neppure la splendida cavalcata della scorsa stagione sembra aver modificato. Perché non si ricorda un ultimo atto surreale, per i tifosi bianconeri, come quello di Berlino: mai sconfitta fu più indolore, tanto era il divario annunciato e poi confermato, con gli extraterrestri del Barcellona. Troppo forti per provare a posteriori rammarico, nonostante l’illusorio 1-1 di Morata. O forse no, in ogni caso quell’impresa non è bastata a cancellare l’ossessione della Juve, proprio perché quel risultato l’ha confermata.

    Ora bisogna nuovamente affrontarla, con le solite premesse. Qualche infortunio in più, una striscia record di vittorie interrotta alla vigilia (forse sarebbe stato peggio portarsi dietro la paura di concluderla proprio nel confronto con il Bayern Monaco). E poi come si diceva, le mille pressioni che arrivano dal campionato.

    Ma se questi sono i pericoli che insidiano le ambizioni europee della Juventus, bisogna riconosce una volta di più che uno come Allegri è il miglior specialista che ci sia. Basta osservare la nonchalance con cui il tecnico ha affrontato i discorsi sul suo possibile futuro al Chelsea, sull’offerta del quadriennale già confezionata per lui da Abramovich (a proposito, la nostra fonte conferma tutto). Nessuna emozione, solo un leggero risentimento per le parole del maestro Galeone (“… so che andrà al Chelsea”), troppo imprudenti. Per il resto nessun patimento al di là delle smentite d’obbligo.

    Allo stesso modo Allegri ha già preventivato l’aumento di aspettative sulla Juve del dopo 0-0 di Bologna riversandole virtualmente sul Napoli e comunque spostando saggiamente l’obiettivo sui prossimi mesi, pieni di partitissime, e non sul prossimo martedì di coppa. L’allenatore vanta in Champions un curriculum d’eccellenza se rapportato alla fase a gironi (si è sempre qualificato già dai tempi del Milan) ma negli ottavi gli è capitato di fermarsi (sempre in rossonero, con il Tottenham). Nel complesso però la sua esperienza è una garanzia e l’attitudine europea di cui il Milan si è sempre a ragione vantato prima della crisi attuale, è passata anche dal contributo vincente del livornese. Uno sdrammatizzatore, un dissimulatore abilissimo: virtù che nel calcio possono essere decisive.

    Ora Allegri dovrà metterle in campo per superare gli ostacoli annunciati: il Bayern di Guardiola (che pure un anno fa non ha fatto bene come Allegri in Champions), il Bayern di Vidal e di quel Coman che - escluso dal gruppo Juve per scelta tattica - oggi avrebbe avuto maggior considerazione come alternativa a Cuadrado. 

    Allegri contro le prossioni del campionato e l’ossessione Champions, insomma. Chi meglio di lui?

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