Calciomercato.com

  • Aristocrazia del calcio:|Non abita più qui

    Aristocrazia del calcio:|Non abita più qui

      La crisi ha portato via, alla scena del nostro campionato, tanti protagonisti illustri: né loro, né chi orgogliosamente li esibiva vestiti con i rispettivi colori sociali, hanno retto l'urto dei nuovi padroni, sceicchi e gestori del gas. E così il calcio di casa si è ritrovato più povero e meno altero: in linea, purtroppo, con il resto del Paese, lo sport più popolare è diventato il tiro della cinghia. Nessuno nega, tuttavia, il più caldo benvenuto al ritorno del campionato, quello che regala le inimitabili emozioni del campanile, la molla che muove ed esalta le passioni, il connotato che relega in secondo piano perfino gli impegni della Nazionale e concede qualche margine di interesse alle vicende europee soltanto in caso di incroci tra le nostre rappresentanti, votate alla riconquista delle posizioni perdute. Parte, la nuova stagione, con una pole-position saldamente presidiata da una sola squadra, la Juventus campione in carica e protagonista di una campagna estiva costosa, soprattutto per gli arrivi di Asamoah e Isla dall'Udinese. Gli strepiti isterici per la squalifica di Conte servono soltanto a incrementare quella battaglia demagogica intrapresa per riconquistare una tifoseria scontenta. Ulteriore handicap, la presenza in Champions League, dopo una stagione vissuta in placido ozio per quanto riguardava gli obblighi internazionali, di qui l'esigenza di irrobustire corposamente l'organico. Tanto che ancora, nella settimana che resta per la chiusura del mercato, non è da escludere qualche obiettivo prestigioso, si continua a parlare del sopravvalutato (dalla sua società) Llorente e di Dzeko se Mancini lo lasciasse partire. La seconda fila della griglia di partenza non è per ora in grado di assegnare una posizione privilegiata tra le sei sorelle che la presidiano. Grande rivale delle recenti stagioni, il Milan si è venduto anche la biancheria intima, il suo mecenate ha deciso di rientrare almeno in parte dei tanti milioni spesi, i nuovi paperoni di Parigi, guidati da ex ingenerosi come Ancelotti e Leonardo, hanno portato sotto la Tour Eiffel Ibrahimovic e Thiago Sulva, il miglior attaccante e il miglior difensore d'Europa. Difficile riescano a non farli rimpiangere giocatori di buon livello come Montolivo e Pazzini, o di onesti mestieranti come Acerbi, Traorè, Constant, Zapata. Altra fisionomia, in apparenza, per la sponda nerazzurra di Milano, se ne sono andati Forlan, Lucio e Pazzini, dovrebbe partire anche Maicon, ma almeno i primi due nessuno li rimpiangerà. Una scommessa attraente, quella sulla voglia di Cassano di tornare protagonista, dopo che l'addio a Ibra l'aveva disamorato nei confronti del Milan. Centrocampo consolidato dalla ritrovata condizione di Guarin e dall'arrivo di Alvaro Pereira e Gargano, poi un grande portiere come Handanovic e un difensore solido come Silvestre. Sulla stessa linea di partenza va posto il Napoli, che ha perduto Lavezzi anch'egli trasferito a Parigi, ma ha trovato valide alternative non soltanto in Pandev, in grande momento, ma anche nel genietto Insigne. Arrivo importante quello di Behrami. Curiosità e grande entusiasmo per la Roma che ripropone sulla scena del calcio più illustre il vecchio amico Zeman, mettendogli a disposizione una rosa ricca di talento e soprattutto di gioventù, una garanzia per il futuro. Acquisti mirati, come da anni non accadeva, Destro il colpo di mercato più significativo, centrocampo blindato dal giuramento di fedeltà di De Rossi, la linea con Pjanic e Bradley è in assoluto una delle più forti d'Europa. A completare la fila delle sette sorelle Udinese e Lazio, per loro parla la classifica dell'ultima stagione. Perduti i gioielli ceduti alla Juve, i friulani hanno già dimostrato di saper trovare sempre energie alternative, saranno ancora protagonisti. Qualche inevitabile punto interrogativo sulla Lazio, che ha sostituito Reja con l'esordiente Petkovic, la novità è il brasiliano Ederson dal Lione, il tifo non è troppo contento, specialmente dopo la serie di sconfitte in amichevole, il nuovo tecnico spera di smentire gli scettici. A ridosso di quell'affollatissima seconda linea, la Fiorentina tornata almeno a tiro del plotone di testa, l'hanno costruita due romanisti Doc come Montella e Pradè, finora ha resistito a tutte le sirene degli innamorati di Jovetic. Sontuosa la campagna di rafforzamento, due vecchi amici del tecnico come Aquilani e Pizarro, ma soprattutto un centrocampista di qualità come Borja Valero e di un atleta dinamico come Cuadrado. A seguire, la grande ammucchiata, stavolta non è facile individuare, come spesso accadeva in apertura di stagione, le squadre costrette a guardare alla slavezza come traguardo di massima. Delle dodici formazioni che mancano per completare il quadro delle concorrenti, forse la più ambiziosa è il Parma, in linea con le genovesi, il Palermo, poi Torino, Atalanta , Chievo , Catania e Bologna, Pescara e Siena, senza un ordine preciso.

    Altre Notizie