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  • Armenia, non solo Mkhitaryan

    Armenia, non solo Mkhitaryan

    • Luca Cassia

    Henrik Mkhitaryan, ma non solo. L'Armenia che venerdì sfiderà l’Italia a Yerevan (fischio d’inizio alle ore 19.00 italiane), difficilmente potrà dar fastidio agli Azzurri nelle qualificazioni ai Mondiali 2014 in Brasile, guai però a sottovalutare la selezione guidata dal 38enne Vardan Minasyan, attualmente al 64° posto del ranking Fifa. Tre punti in due gare esterne, maturati nella trasferta di Malta (1-0, gol partita di Artur Sarkisov) prima dell’onorevole ko di misura in terra bulgara per mano di Manolev, già a segno contro i ragazzi di Prandelli. Il debutto casalingo dei rossoblù allo stadio Hrazdan, impianto che può contenere più di 50.000 spettatori, può creare grattacapi a Buffon e compagni sicuramente sotto il profilo dell’entusiasmo locale. Poche le soddisfazioni in campo internazionale per la nazionale sorta dalle ceneri dell’Unione Sovietica, dal 1992 inserita in gare ufficiali di qualificazione alle competizioni continentali e mondiali. Tuttavia i segnali incoraggianti non mancano: basti pensare che, nella corsa ad Euro 2012, la squadra caucasica ottenne il terzo posto nel girone di competenza, dietro a Russia e Irlanda ma davanti a Slovacchia, Macedonia e Andorra. 

    Stella del collettivo armeno, manco a dirlo, quell’Henrik Mkhitaryan che ha recentemente incrociato le armi juventine con il suo Shakhtar Donetsk in Champions League, match terminato 1-1 non senza patemi per i bianconeri di Antonio Conte. È lui il pericolo pubblico numero uno, capocannoniere del campionato ucraino con 14 reti in 11 gare disputate, centrocampista offensivo classe ’89. Insieme a lui una schiera di gregari ignoti ai più, militanti in patria e nei campionati di ex repubbliche sovietiche. Meritano una menzione l’esperto portiere Berezovsky, tesserato per la Dinamo Mosca, i centrocampisti Mkrtchyan e Yedigaryan (entrambi del Metalurg Donetsk), l’ala Ozbiliz di proprietà dei russi del Kuban ma cresciuto nelle giovanili dell’Ajax proprio come Manucharyan, promessa non mantenuta e dispersa nell’Ural, club di Ekaterinburg.  
     
    Mancheranno gli squalificati Ghazaryan e Pizzelli (brasiliano naturalizzato armeno), l’infortunato Hayrapetyan e il leggendario capitano Hovsepyan, recordman di presenze e fresco di ritiro. Il modulo prediletto dal tecnico Minasyan è un 4-4-2 finalizzato al fraseggio e alle rapide ripartenze di una compagine giovane, ambiziosa e affamata. Basterà a frenare l’ItalPrandelli? 

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