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  • Arrivabene come Marotta: addio shock che cambia l'equilibrio, anche alla Juve

    Arrivabene come Marotta: addio shock che cambia l'equilibrio, anche alla Juve

    • Gianluca Minchiotti
    E' ufficiale, Maurizio Arrivabene non è più il Team Principal della Ferrari. Oggi, il 61enne manager bresciano non si è presentato a Maranello, fra lo stupore generale. Il suo contratto, scaduto il 31 dicembre, non è stato rinnovato. Il suo posto è stato preso da Mattia Binotto, che fino a ieri era il Chief Technical Officer della Rossa.

    L'addio di Arrivabene arriva a sorpresa. Nessuna avvisaglia, nessuna voce. Meno di un mese fa, durante una premiazione, l'ormai ex boss del reparto corse della Ferrari parlava ancora con entusiasmo dei progetti per la nuova stagione e annunciava la data della presentazione della nuova monoposto, il 15 febbraio. Per certi versi, lo stupore è simile a quello causato da Beppe Marotta, quando lo scorso 29 settembre annunciò, anche in quel caso sorprendendo tutti, il suo addio alla Juventus.

    Si muove qualcosa, nella galassia Elkann-Agnelli. E cambiano gli equilibri: Marotta, che fu voluto alla Juve da John Elkann, lascia i bianconeri in evidente disaccordo con Agnelli; passano poco più di tre mesi e Arrivabene, membro del Cda Juve e manager legatissimo al presidente bianconero, viene fatto fuori dalla Ferrari. E alla Rossa sembra a rischio anche la posizione dell'ad Louis Carey Camilleri, che non a caso è anche Amministratore delegato di Philip Morris (l'azienda dove per anni hanno lavorato sia Arrivabene che Agnelli). 

    E' come se la morte di Sergio Marchionne, nel luglio 2018, avesse scatenato un domino del quale forse non abbiamo ancora visto cadere tutte le tessere. Tanto più che proprio Binotto, a differenza di Arrivabene, era il principale punto di riferimento di Marchionne a Maranello. 

    In chiave Juve, appare sempre più evidente il potere sempre maggiore di Andrea. Più lontano dalla Ferrari (e dirigerla sarebbe forse il suo vero sogno), ma sempre più legato al club bianconero. E con le mani sempre più libere dal vincolo di John e di Exor. Per una Juve sempre più forte e sempre più in grado di autofinanziarsi. 

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