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  • Atalantamania: altro che ranking, la Champions è di chi la merita sul campo!

    Atalantamania: altro che ranking, la Champions è di chi la merita sul campo!

    • Marina Belotti
    In realtà la migliore notizia per la banda del Gasp non è aver guadagnato 3 punti, ma averli tolti alla Juve, concorrente diretta per la Champions, ora al quarto posto a -2. Proprio lì dove prima sedeva l’Atalanta, che forse oggi ha giocato più da Juve- meno brillante e spettacolare del solito, più contratta e bloccata- ma che ha saputo vincere per un episodio, un cambio, una manovra tattica. Però è giusto riconoscerlo: Cuadrado era imprendibile, Pirlo ha tolto Dybala e Malinovskyi aveva troppo a cuore la sua raccolta punti (ha timbrato un’azione da gol in 4 su 4 gare consecutive), per lasciare una casella vuota proprio contro la Juve. Ma alla fine, ci hanno insegnato a dirlo proprio i Pirlo’s boys, “conta solo il risultato”: Gasperini 1, Agnelli 0, è solo il primo atto sì e conta poco, eppure era da oltre vent’anni, 7.379 giorni, che la Dea non vinceva in A contro la Vecchia Signora.
     
    FINO AL…LE SCELTE SOPRAFFINE- E qualcosa vorrà pur dire se proprio oggi, dopo che per la prima volta nella storia Atalanta e Juve sono arrivate a lottare ad aprile per gli stessi obiettivi (l’accesso all’Europa più bella e la Coppa Italia), a passare nonostante l’equilibrio tattico sia stata la Dea. Che, accorta e scaltra, ha giocato proprio di tattica: sorprendere Pirlo col ritorno improvviso alla difesa a 3, frenare Dybala con un Djimsiti-Monster, gestire e soffrire come mai prima, fare a meno dell’uomo più in forma e più chiacchierato del momento-Malinovskyi-per non deciderla ‘fino alla fine’. I cambi danno ragione all’ex Juve, mister Gasp, che col suo cronometro in mano sa indovinare tempi e titolari anche ‘senza titoli’.
     
    MERCATO AL VIA SU MALINOVSKYI- Sul gol di Malinovskyi, i Percassi potevano risparmiare sull’impresa, sì, ma quella edile: se ci fossero stati i tifosi, la Curva Sud l’avrebbero demolita loro. Scherzi a parte- ma neanche troppo- oggi è arrivata la conferma che l’ucraino innamorato di Bergamo non è esploso solo per il cambio di modulo. Andava a mille di esterno destro con la difesa a 4, va a mille anche al centro con la difesa a 3, perché il siluro di mancino difficilmente non centra la rete due volte di seguito, deviazione o meno. La Nazionale l’ha rinvigorito: ha giocato dal 1’ 6 delle ultime 8 gare, ma ora è determinante come una volta Muriel, anche dalla panca. Il più in forma dell’ultimo mese e il più imprevedibile in area piccola, da quando è sbocciata la Primavera Malinovskyi ha messo a segno la bellezza di 2 gol e 5 assist in un poker di gare. L’Inter raddrizza le antenne del mercato, il Genk ha già il telefono in mano, muto, una domanda appesa al filo: “Perché l’abbiamo dato via?”.  
     
    IL FUTURO TRA COPPA E CHAMPIONS- Un terzo degli atalantini (non più bergamaschi, ormai la febbre per la Dea si è sparsa nello Stivale) avrebbe firmato per perdere oggi e vincere il 19 maggio, un terzo per vincere oggi (in ottica Champions) a discapito di un trofeo che manca dal 1963. L’ultimo terzo non si pone più limiti e mira a entrambe, ma per ripetere una prestazione così intensa e senza pressione addosso, sarà fondamentale per la Dea arrivare a quella data già qualificati: a -2 dal secondo posto e a +4 dal quinto, l’Atalanta può permettersi pure una X contro le grandi nemiche: Roma (con la testa in UEL) tra quattro giorni e Milan all’ultima di campionato. In mezzo, ben venga la difesa a 4 per non perdere i punti d’andata con Bologna e Genoa, ripetendosi con Sassuolo, Parma e Benevento. Nel frattempo alla Juve, per non uscire dalla Champions (ancora prima di entrarci), tocca pure tifare Inter. Ma, almeno su questo, trova d’accordo l’Atalanta.

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