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  • Atalantamania:| Auguri, Dea

    Atalantamania:| Auguri, Dea

    Gli anni passano e lei resta. I giocatori se ne vanno, ne arrivano di nuovi, cambiano mister e dirigenti, ma non l'essenza: il nero e l'azzurro, la maglia, la Dea, Bergamo. L'Atalanta. Sono centocinque candeline da spegnere a occhi chiusi e covando il classico desiderio. Ma soprattutto ci si può guardare alle spalle con orgoglio e si può scrutare l'orizzonte con serenità.

    E' ancora arzilla e giovane, la Dea. Nonostante gli anni, nonostante difficoltà e delusioni, nonostante in un anno molto sia cambiato. Il tradimento di Cristiano Doni è la pagina più nera dell'ultracentenaria storia nerazzurra e mai si potrà dimenticare. Brucia ancora, fuoco perenne di dolore, rabbia, amarezza. Una cosa, però, rinfranca il tifoso bergamasco: passeranno i giocatori, ma la maglia resta. Il vessillo da sventolare, da cucire sulla pelle, la fede immutabile: resta l'Atalanta, conta quello.
     
    I pionieri del pallone a Bergamo, le prime alchimie, la resurrezione dagli inferi della C, l'epopea europea. Tante pagine, alcune un po' ingiallite, ma snocciolare i più dolci aneddoti è sempre un piacere che ci si può concedere. In mezzo al sapore di quel calcio romantico che ormai non c'è più, ribolle il sogno proibito di tornare a puntare in alto. Perché sì, anche al tifoso bergamasco piace svolazzare con l'immaginazione, imitare Felix Baumgartner e sfiorare le stelle: dato che c'è da esprimere il rituale desiderio che accompagna le candeline, qualcosa di un po' proibito è pure lecito.
     
    Ma anche qualcosa di più piccolo può andare bene. Come invertire la rotta recente che racconta di tre sconfitte sfortunate e soprattutto scomode. Domenica, contro il Siena, in un pomeriggio di festa atalantina, il regalo lo dovranno fare Denis e compagni - Percassi ci ha già pensato: biglietti a prezzi stracciati - ai propri tifosi: tre punti, una classifica migliore e addio ai patemi. Per il sogno più grande, che per tanti innamorati nerazzurri è quello di tornare - un giorno, chissà quando, fra due o dieci anni, ma evitando infausti voli pindarici - a calpestare l'erba del calcio d'Europa, c'è tempo: ma siamo sicuri, prima o poi quel giorno arriverà. Auguri, Atalanta.

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