Memento, homo: polvere sei, polvere tornerai. La Bibbia atalantina porge un'altra declinazione: atalantino eri, atalantino tornerai. E' la parabola nerazzurra, un cammino che ti riporta spesso a casa. Quella casa che avevi abbandonato da giovane, scapestrato, alla ricerca della fortuna. Per camminare con le tue gambe, senza il fardello del passato, lontano dalla tua prima famiglia calcistica.

Ci sono quelli che a Zingonia sono cresciuti, hanno salutato tutti e poi sono tornati. Anche la finestra di mercato invernale ha abbracciato un ritorno: quello di Michele Canini, di nuovo a casa dopo un peregrinare tra cotiche erbose d'Italia. L'ultimo di una lunga serie: chiedete, giusto per fare un nome, a Cristian Raimondi cosa vuol dire tornare a cucirsi la maglia della Dea addosso.

Ci sono poi altri ritorni, come quello di Igor Budan, che a Zingonia non è certo cresciuto. Ma ci aveva lasciato comunque un pezzo di cuore: l'occasione del ritorno si era presentata e lui non se l'è fatta scappare. Un festival del rendez-vous destinato ad allungare la lista dei 'rieccoti'.

Rieccoti, Rolando. Sembra proprio che in estate andrà così. Rolly Bianchi di nuovo all'Atalanta, per riallacciare un filo interrotto troppo presto. Lo sussurra radiomercato, chissà se si trasformerà in fatto certo. La certezza, alla faccia di Lorenzo de' Medici, è una: per una domenica ancora, la prossima, Bianchi e l'Atalanta saranno avversari. Di fronte, a Torino, per giocarsi un pezzettino di salvezza. Poi, chissà: magari, fra qualche mese, sarà tempo di ritornare a Zingonia.