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  • Atalantamania: benino Malinovskyi, ma urge il vice Ilicic

    Atalantamania: benino Malinovskyi, ma urge il vice Ilicic

    • Marina Belotti
    “Il mio piede migliore è il mancino, ma tiro bene anche di destro, rendo meglio giocando a ritmi alti, batto benissimo le punizioni”. ‘E so pure tirare i rigori’, aggiungiamo noi dopo la performance alla sua prima amichevole: in questa afosa estate Ruslan Malinovskyi non ha fatto di certo un bagno d’umiltà, ma il suo spirito combattivo ben si confà a questa Atalanta che può e deve puntare in alto. “Voglio contribuire a raggiungere il miglior piazzamento possibile in Serie A e a superare il girone Champions”. Ecco, il girone magari sì, di solito lo Scudetto è affare di un’altra Signora…ma del resto da mezzo secolo esatto anche la luna non è più irraggiungibile.
     
    FIATO AL PAPU- Perché da ormai trentasei mesi la Bergamasca alza tanto l’asticella da toccar le stelle. E, a proposito di stelle ed Europa, ‘il Colonnello’ Malinovskyi è già atterrato a Bruxelles per sistemare le pratiche per il visto, ma i tifosi nerazzurri sono già più che contenti di quello che hanno visto. Ovvero un rinforzo di lusso che può giocare sia come 8 che come 10 (per questo ha scelto il 18), un ricambio d’oro in mezzo al campo ma anche una boccata d’ossigeno per far rifiatare il Papu. Grande amico di Castagne e di Shevchenko, nel Genk ha realizzato ben 30 reti e 32 assist in 135 partite. Ottimo il dinamismo da mediano e l’abilità da playmaker messi in campo giovedì, ma Gasperini storce il naso: “In questo momento avrei preferito un attaccante”.
     
    IN ATTACCO È AL VERDI- In poche (e dure) parole, un sostituto dell’insostituibile Josip Ilicic. Il fratello di Llorente si è lasciato scappare che la Dea è in prima fila alla corte dell’ex bianconero, ma la concorrenza delle italiane è spietata. Inoltre, dopo l’arrivo dell’ucrainoMalinovskyi, l’Atalanta ha raggiunto in rosa quota 16 stranieri- giocatori privi del triennio formativo in Italia – e, in base ai regolamenti, ha un solo spot disponibile. Per questo resta viva come non mai l’opzione Simone Verdi, ancora congelato tra Vesuvio e Mole. E se Muriel è ormai a tutti gli effetti il vice-Zapata, per non perdere quest’ultimo (e le gare senza i suoi gol) l’Atalanta gli ritocca il contratto di 500mila euro, pronta a rinnovarlo fino al 2023. Anche se da qui al 2 settembre Gasperini e i nerazzurri faranno gli scongiuri perché nessuno offra quei ‘maledetti’ 50 milioni.
     
    DI GOMEZ IN GOMEZ- Ne ha spesi all’incirca la metà la Roma per Mancini (e a proposito di investimenti, Verdi costa uguale) e così, dopo Caldara, la Dea perde un altro giovane prospetto di valore. Adesso può contare sull’esperienza di Masiello e Toloi e sull’abilità di Palomino e Djimsiti ma, senza le incognite Ibanez, Varnier e Reca, conta solo fino a quattro. Il che significa un unico vero rinforzo dalla panca nella sua stagione più importante. Ma la Dea soffriva già non poco e invano nel serrare i ranghi a Toro e Milan, per cui per Barca e Tottenham urge una toppa. E se è vero che ‘nomen omen’, il destino di Sèrgi Gómez sarà grande tanto quello dell’omonimo capitano: il difensore iberico è ormai a un passo dalla Dea, in spalle un bagaglio di 48 gare di sacrificio al Siviglia nella sola stagione 2018/2019. Ma Gasperini storce ancora il naso, lui sogna Verdi, Falque, Perotti, sogna di superare quota 103 reti, sogna di dare filo da torcere a Leo Messi. Sogna le stelle e La Star che, come disse Michel Platini, “è un calciatore capace di fare molti gol”.

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