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  • Atalantamania: caro Presidente, parli!

    Atalantamania: caro Presidente, parli!

    • Mas
    ''Lavorare è difficile, pensare è difficile; ma lavorare sul pensiero è ancora più difficile''. Massima espressione di Goethe. Pensiero che potrebbe incarnare quello della maggior parte della tifoseria, del pubblico atalantino in merito a tutto ciò, calcistico ed extra, che sta attraversando l'Atalanta, condito da uno strano e inopportuno tacere della società.

    Dalla ''strigliata'' pre Napoli, in virtù della quale i Percassi ripresero Colantuono per scelte tattiche non adeguate (ribadendo l'utilizzo dell'esclusivo e intramontabile 4-4-1-1), in 5 partite l'Atalanta ha acciuffato 3 pareggi contro 3 assetti (Torino, Sassuolo ed Empoli) che, sulla carta, concorrono alla salvezza tanto quanto i nerazzurri ma, premettendo che fa pensare l'incapacità di imporsi su squadre alla propria portata, ciò che più preoccupa, non è solo il conta gocce dosa punti, quanto il modo, il gioco espresso con cui si giunge alla conquista del bicchiere mezzo pieno, il volerlo tutelare a qualsiasi costo, quando ogni giustificazione lascia il tempo che trova; ben venga, a tal proposito, la ''stoccata'' di mr Sarri che, di fronte alla presunzione orobica del tecnico di Anzio nel sottolineare l'equità del match di ieri in fatto di occasioni di rete, ha avuto il coraggio di ribadire al collega di aver inevitabilmente preso visione di un'altra partita. Niente alibi. L'Atalanta di oggi fatica a dominare e, all'alba della quattordicesima giornata, si trova a far gli scongiuri sui risultati altrui. Inammissibile per quella considerata dalla storia la regina delle provinciali. .Assurdo per i suoi tifosi, i medesimi che, di punto in bianco, son stati derubati della possibilità di poter seguire la propria squadra del cuore, oltre i confini di Bergamo, per i prossimi tre mesi, causa l'ignoranza dei soliti e noti idioti protagonisti nel post partita con la Roma, come stabilito dal Ministro della Giustizia Angelino Alfano. E anche in questo caso, silenzio di tomba societario. Nessuna riga, non una presa di posizione, non una parola di conforto. Ma se il pastore non si prende cura delle sue pecore, le bestiole cercano di far gruppo e gioco forza tra loro: ieri, al centro Sport Levini di Dalmine, si son infatti riuniti all'incirca una settantina di tifosi tra famiglie, bambini, nonni e giovani, provenienti da diversi club e non, per star a fianco, a modo loro, alla squadra, perchè, oltre il rancore dovuto al pagamento di gesta incivili non proprie, hanno avuto e hanno la voglia, nonostante tutto, di urlare al mondo il loro attaccamento alla maglia e di festeggiare il solito pareggino, con un po' di spumante e panettone al 90', la soluzione migliore per ingoiare l'ennesimo brodino indigesto. Che gente. Che passione.

    Ed è per queste stesse persone che hanno ancora la volontà di parlare, di gridare, di inneggiare l'Atalanta che bisognerebbe trovare una parola, caro Presidente. Gli uomini che vestono la casacca, che calpestano il Comunale, prima o poi, passano. Ma loro no: restano. E questa indifferenza no, non se la meritano.

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