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  • Atalantamania: che gran 2019! Ma il 2020 promette ancora di più

    Atalantamania: che gran 2019! Ma il 2020 promette ancora di più

    • Marina Belotti
    Può sembrare impossibile fare meglio di così. Eppure…In quanti, fino a tre anni fa, hanno pensato che l’Europa League fosse un’eccezione e una favola da vivere tutta d’un fiato, un miscuglio di accadimenti, tra giovani scoperte-Conti, Caldara, Gagliardini- e squadre che avevano smesso di brillare-Milan, Lazio, Roma, Inter. Eppure anche l’anno successivo, pur col triplo impegno, la Dea è tornata settima e ha sfiorato l’UEL. Poteva essere l’inizio della fine quell’eliminazione all’ombra della Sirenetta, invece è stato di nuovo l’inizio: la Dea è riemersa salendo al quarto posto, ammirando da vicinissimo la Coppa Italia e centrando gli ottavi. Per questo non me la sento più di dire che più di così non si potrà fare. Perché l’Atalanta sa sorprenderci sempre e perché gli ingredienti per continuare a sognare-proprietario affidabile e primo tifoso, allenatore lungimirante e geniale, giocatori amici e umili, tifosi calorosi e presenti-ci sono tutti.
     
    BILANCIO DI FINE ANNO- C’è solo un piatto nella bilancia di San Silvestro a schizzare al cielo con l’ago puntato al quintale e, tra cotechino e lenticchie, offre traguardi da leccarsi i baffi. D’antipasto le fese, anzi, le fasi, di eliminazione delle avversarie di Coppa Italia, abbattute una dopo l’altra come nel dòmino. Di primo riso, tanto, sgorgato dalle bocche dei bergamaschi di casa a Reggio Emilia il 26 maggio, con la storica qualificazione in Champions. La seconda portata ha portato un sorteggio fortunato, ma il dolce ha sorpreso tutti: dopo un amaro durato tre giornate, un tiramisù ha fatto risalire la Dea alla seconda posizione che vale un ottavo, storico anch’esso. Il caffè, un po’ amaro e un po’ dolce, del campionato in corso, fatto di rimpianti (i punti lasciati a Bologna e a Genova) e gioie (i gol rifilati all’Udinese e al Milan) ha chiuso un menù capolavoro. Voto? 99 su 100, come i gol messi a segno dal miglior attacco del 2019.
     

    PROSPOSITI 2020- Insomma, niente poteva andare meglio…o forse sì. Anzi, sicuramente sì, perché anche nel più goloso e succulento dei cenoni c’è sempre un piatto amaro che rimane indigesto. Nella tavolata nerazzurra in realtà è una bevanda che sta dentro una Coppa tricolore. La finale all’Olimpico è ancora un incubo per molti bergamaschi, quel 99 su 100 che proprio non va giù. Il sogno dei quarti con l’eliminazione secca della Juve di CR7 è un ricordo lontano, sfuocato purtroppo dai fatti tristi di Firenze nel corso della semifinale e da quel mani di Bastos visto e rivisto tranne che dall’arbitro al Var. Ecco, Bergamo vuole la Coppa, il trofeo da mettere in bacheca, una data da incidere sul gagliardetto. Il primo proposito del 2020 è ottenere giustizia perché non si ripeta quel che è già accaduto il 15 gennaio, quando la Dea dovrà fare viola al Franchi la Fiorentina, eliminandola dalla competizione per sognare ancora. Poi ci sarà la Champions, che risponde al nome dolce di Valencia, e nulla sembra impossibile. Finché c’è mister Gasperini, finché ci sono Ilicic e Gomez, Zapata e Muriel, de Roon e Gosens, Pasalic e Malinovskyi, Gollini e Palomino, Freuler e Toloi, Castagne e Djimsiti, è obbligatorio lottare per i quarti, fino all’ultimo respiro. E poi….e poi chissà. Intanto si alterneranno giornate di Serie A, qualificarsi in UEL sembra fin troppo facile, ma la Dea punta ancora alla Champions, alla musichetta, ai palcoscenici importanti. Ha fatto esperienza e non se ne vuole più andare dalle prime sedici d’Europa. La speranza è che la Befana porti nella calza un innesto che calzi a pennello al gioco gasperiniano.
     
    NUOVI ARRIVI- In vetrina Igor, Simakan, Ghezzal. Serve un attaccante che la metta dentro all’ultimo passaggio, e a cui vada bene subentrare dalla panca e giocare su più fronti. Allenandosi al massimo, dando il massimo: se non ricalca il gioco del mister, farà la fine di Kjaer. O di Arana e Ibanez, che presto diranno addio a una squadra di cui non hanno mai fatto veramente parte fino in fondo. La rosa vera avrà solo 15 petali, volontà del Gasp, ma qualche spina in più nel fianco da piantare agli avversari non farà male. Un ricambio in difesa, uno in fascia, un altro in avanti e la Dea volerà anche nel 2020.

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