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  • Atalantamania: ciao ciao Juve, l’Italia ammira la Dea!

    Atalantamania: ciao ciao Juve, l’Italia ammira la Dea!

    • Marina Belotti
    Neppure Allegri è sembrato triste o troppo sorpreso e, diciamocelo, l’Atalanta ci era già andata vicina. Con gli 1-0 dello scorso anno, con il 2-2 di Santo Stefano, anche quello “riacciuffato per i capelli” come piace dire al mister che ha provato il brivido di perdere. Con la migliore. Una squadra che non punta tutto su un talento milionario, ma che ha milioni di talenti che diventano punte (vedasi il tiro lucido di Castagne). Una squadra che non deve sempre per forza vincere, ma che poi spesso vince con forza. Una squadra che non ha riserve di lusso pronte a darsi il cambio, ma che corre senza riserve. Ma soprattutto, senza finirci… in riserva. E se cambia (marcia) è solo per accelerare. Una squadra meno pagata, ma che la fa pagare. Una squadra a cui per segnare non basta un’azione errata dei nemici, ma che erra per minuti prima di trovare il gol. Infine, una squadra che non doveva passare con i campioni d’Italia alle semifinali di Coppa. E invece si passa la sfera sottoporta e sparge i semi di una gara ammirata da tutta Italia.

    “Che bravo quel folletto!”, “Un vero campione il capocannoniere!”: scordatevi Dybala e CR7, i commenti son tutti per il Papu e Zapata, ma non solo. Persino l’arbitro Pasqua è felice come suggerisce il suo cognome: la partita è filata via liscia, ha vinto una squadra meritatamente, mettendo in campo il bel gioco, la tecnica, ma soprattutto la grinta e il cuore che hanno fatto spaccare (in senso buono) lo spogliatoio al triplice fischio. Gasperini volava: è la seconda semifinale di fila per la SUA Dea, che non vinceva a Bergamo con la Juve dal 2004. E chissà se è solo un caso questo DZ91: 91... proprio l’anno che diede inizio alla prima esperienza europea.

    Toloi, Palomino e Djimsiti hanno fatto, per una sera, i Barzagli, Bonucci e Chiellini della situazione. Altro che bianconeri. Di bianca si è vista solo la loro rete, mentre nera è stata la pantera che ha spadroneggiato sotto i riflettori dell’Atleti Azzurri d’Italia. Per una volta l’Italia applaude una provinciale che con tanto lavoro e umiltà non solo c’è l’ha fatta, ma è passata con merito,  facendo divertire milioni di telespettatori. Facendo sognare i bambini che sì, con lavoro e sacrificio, Davide può battere Golia. I sogni si avverano. E sarà il 27 febbraio sul Ponte Vecchio che la Dea dovrà rinnovarlo quel sogno. Dorato, proprio come una Coppa…

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