Calciomercato.com

  • Atalantamania: con la Juve la palla è rotonda, ma il Var è Cuadrado

    Atalantamania: con la Juve la palla è rotonda, ma il Var è Cuadrado

    • Marina Belotti
    Settantacinque minuti di dominio assoluto, una delle gare più belle dell'Atalanta targata Champions. Eppure, tra il 75' e il 96' c'è qualcosa che non Cuadrado. Ma a una Juve brutta, che concede spazi e che fatica, alla fine si perdona tutto. Rocchi non vede, cuore non duole: Dybala e Higuain mandano in pensione CR7 e riparano alla figuraccia. Ma al di là dell'argento vivo degli argentini, gli altri 8 fanno parte di una squadra attualmente capolista in Serie A. E già questo dice tutto sul livello del calcio italiano.

    GIOCO DA CHAMPIONS- Italiano sì, che appena si scontra con realtà internazionali non sa che pesci pigliare. E anche ieri pomeriggio la Juve ha abboccato alla trappola: alla Dea basta giocare da Dea per metterla sotto torchio. Se dalla Champions qualcosa ha imparato è raddoppiare l'intensità nell'approccio alla gara, aggredire ogni varco, puntare sempre e solo all'area piccola. L'Atalanta per 75' buoni gioca all'inglese e la Juve non sa a che Santo appellarsi. Bernardeschi e Bentancur in evidente difficoltà si affidano alla sorte e fanno centro: traversa su rigore nerazzurro, doppio rimpallo su Toloi nel pari, Rocchi che non vede nulla sull'1-2. Tris fin troppo facile, l'Atalanta spinge a mille per cercare il pari con Muriel. Argentini ed episodi a parte, la Dea ha regalato un'ora e un quarto di calcio-spettacolo agli juventini, abituati a giocare per vincere di misura gli ultimi 10'. Alla fine vince un Sarri a capo chino, ma sono tutti in piedi ad applaudire un Gasperini a testa alta.

    DEA DELICATA, JUVE 'MANESCA'- Tra De Ligt che si infortuna alla spalla- sacra per il suo gioco aereo a braccio- e Khedira che lo sostituisce nei tocchi manuali, a far discutere è Cuadrado che palleggia seduto e indisturbato dall'altra parte dell'area. Ora, se è vero che in base al regolamento il Var non può intervenire perché l'arbitro non l'ha visto e la palla nel frattempo è stata recuperata dando avvio a un'azione completamente diversa per tempi e luoghi, il problema resta alla radice. Sì, perché il fallo di mano c'è, plateale, e l'arbitro non l'ha visto. ​Il colombiano tocca il pallone con la mano destra favorendo il suo intervento successivo e il recupero palla definitivo. Quindi interruzione del gioco (nessun gol di Higuain) e seconda ammonizione di Cuadrado (espulso, 11 contro 10). Insomma, 1-1 palla al centro. Ma l'episodio decisivo condanna una Dea senza riserve.

    ALLENAMENTO 'RIGOROSO'- Alla vista di Barrow in campo, il commento è stato unanime: Zapata e Muriel devono stare davvero molto, molto male. Nessuno ce l'ha col ventunenne sbocciato nella Primavera bergamasca, ma di prove che non è pronto per questi palcoscenici ce ne sono a bizzeffe. Spesso perde palla da solo, si muove confuso e non intuisce le traiettorie del capitano. Poi si inventa l'assist ed è perdonato, così come per l'errore dal dischetto. Perché il problema grave è che prima di lui hanno già sbagliato tutti: Ilicic, de Roon, Gomez e Zapata ultimamente, Paloschi e Cornelius qualche tempo fa. Quando l'arbitro indica gli 11 metri, i nerazzurri si mettono le mani nei capelli: "E ora, chi tira?". Grave non sfruttare queste occasioni, specchio di molte azioni in area piccola dell'Atalanta, per cui proponiamo a mister Gasp: 10' al termine di ogni allenamento di soli tiri dal dischetto, con una cena in palio. E chissà che vedendo quanto risulti indispensabile in area piccola, a Zapata non passino tutte le paure e si decida a tornare nel suo spazio vitale. Martedì c'è la Dinamo, prendere o lasciare questa Champions. Gasp fa scegliere a Duvan: è lui l'artefice del destino della Dea nei prossimi sei mesi.

    Altre Notizie