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  • Atalantamania: Conte chi? Il mi(ni)ster a cinque stelle è Gasperini

    Atalantamania: Conte chi? Il mi(ni)ster a cinque stelle è Gasperini

    • Marina Belotti
    C’è stato un Conte allenatore della Nazionale, durato due anni, e un Conte eletto a capo della Nazione, durato appena quattro giorni. C’è chi invece non è Con-te ma con Dea e non si chiama né Giuseppe né Antonio, ma ha un nome che molti non sanno ancora se si scriva o meno tutto attaccato. L’unica cosa certa è che lui sembra rimanere attaccato alla sua Atalanta, una Dea forgiata a sua immagine e somiglianza. Un timbro, quello del Gasp, che ora molte squadre vogliono imprimere alle loro rose.
     
    LA CURA- Il miracolo che ha compiuto anche in questa stagione all’Atalanta è sotto gli occhi di tutti: una Dea senza Conti, Kessiè, Gagliardini, rimpiazzati facilmente da Castagne e Hateboer, Cristante e Ilicic. Anche la Spina nel fianco del menisco, è stata risolta curando un Gosens e un de Roon giù di tono, ora nuovi artificieri nerazzurri. Ciò che non è riuscito in tempi recenti a Montella e per un po’ anche a Gattuso, il Gasp l’ha centrato: l’aeroplanino è decollato dalle sue mani nelle destinazioni europee e italiane. Gasperini ci azzecca in ogni ambito e, per questo, è sempre più ambìto. Il suo collega Ancelotti gli ha “rubato” il Napoli e le pressioni di Percassi e del tifo hanno ridimensionato i suoi piani: “Come posso deluderli dopo tutta questa dimostrazione d’affetto?”. Restare ok, ridimensionare però non è nel suo DNA.
     
    TOTO MISTER- Lo vogliono nella Nazionale, e ora anche come primo ministro: effettivamente, sia a destra che a sinistra, lui sa come far funzionare le cose. Gasperini ad oggi vuole un’Atalanta internazionale, allergico all’accostamento della parola salvezza che tanto piace a Percassi. Ma il presidente costruisce case (senza Palacio) e catene Starbucks, il Gasp costruisce sogni e fa della Dea una Star. Un’Atalanta così, che spinge in entrambe le Coppe e in campionato, con una gara ogni tre giorni, necessita però di rinforzi. “Quest’anno, senza Caldara e Cristante e nessun rinforzo sono preoccupato”: per le sue cure servono le medicine adatte, meno made in Cina e più italiane visti gli ultimi tempi, e il tavolino a Zingonia è già caldo per le trattative. Tre nomi sulla carta, seguiti da tre freccette: servono i vice Caldara, Spinazzola e Cristante, tenendosi stretti gli altri otto titolari. Del resto, Mattarella e Gasperini dicono la stessa cosa: “Pensare di farcela senza Europa è ingannare i cittadini”.
     
    A TUTTO GASP- Ma il fatto è che il Gasp non è uno a cui piace perder tempo e i nomi a lato delle tre frecce sono già in grassetto: Mattiello, Castro e Soriano. Lucas Castro, jolly e usato sicuro, ha già condiviso con il Papu la felice stagione 2012-2013, ottavo posto centrato con Maran nella Sicilia sbagliata. Da Masiello a Mattiello il passo è breve, pezzo di ricambio ideale nel nuovo ministero della difesa. Soriano, esterno d’attacco e centrocampista classe 1991, è l’uomo in più per i turn-over preliminari. 20 milioni e passa da Caldara, 35 da Cristante, altri da Paloschi e Kurtic, 5 da Sportiello, più quelli di uno fra Petagna e Cornelius: a Zingonia s’incasserà parecchio e dottor Gasperini, esperto chirurgo in operazioni di mercato, lo sa. Il mister di Grugliasco incarica quindi la Dea di nuovi acquisti e la carica di grinta mentre Percassi allunga la sua carica. “Rimarrà tutta la vita”, ha detto: e se è lunga come dicono i tifosi, altro che i sessant'anni di oggi. Prima che la Premier si accorga di lui, la Dea si tiene stretto il suo premier: un onore e, chissà, forse un giorno un Onorevole.

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