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  • Atalantamania: Dea, stai in Guardiola! Non è ancora finita…

    Atalantamania: Dea, stai in Guardiola! Non è ancora finita…

    • Marina Belotti
    E’ un po’ come essere al 75’ della gara contro la Juve. Presa alla sprovvista dall’assenza last minute di Zapata e dall’accoppiata Dybala e Higuain pronta a far male, sei riuscita a dominare la capolista e sei in vantaggio. Di stucco eri rimasta anche a Zagabria, all’esordio shock del 18 settembre, ma dopo aver preso le misure con un girone Champions più tosto del previsto e la coppia City-Shakhtar che si fa beffe di te, ora ci stai bene in Champions, domini e, al momento, vinci. Ma attenzione, sei solo al 75’ di una gara contro la Juve: manca ancora la part…ita più dura e non dipenderà solo da te. Il City ha rivelato tutta la sua umanità, l’ombra della Sterling Ovation di un tempo, magari fatta a pezzi dalla dinamite croata. 
     
    DOPAPU- ‘Sono fuori dal tunnel…del divertimento…’. Ma quanto si è divertito ieri sera il Papu Gomez a passare sotto le gambe di Leovac e Ivanusec? Gli arti dei croati erano trafori del Monte Bianco a corsia preferenziale, le stanno ancora cercando quelle sette sfere. Un tunnel dietro l’altro, ma non solo. Il Papu ieri ha corso il doppio, dopato di entusiasmo e rabbia, quella amara della sconfitta contro i bianconeri e quella di un gol che non vuole mai arrivare. Come al 31’, quando sbagli un rigore in movimento e per per aver lasciato aperta la gara meriti 5 ma prendi 8 perché 29’ prima hai hai lanciato un diagonale d’autore in rete. Un marchio che adesso va registrato perché si parla già di utilizzarlo nella sigla Champions. Bello anche quello dell’amico Dybala, ci mancherebbe. Ma nell’Argentina c’è ancora posto per un folletto senza divieti d’accesso che frega tutti dall’alto del suo metro e sessantacinque.
     
    EX (DI)FESA DI POLLO- Certo che con un numero 10 così e un Palomino che ruba sfere e basta, la Dea è a cavallo. Cara Carolina, la carica al neo papà Palomino l’hai data eccome: dimentichiamoci Gamba di Legno, che tenta furti palla mal riusciti e si impantana nel terreno. Il numero 6 non sbaglia un colpo e di lì non passa nessuno, tanto che Gollini si ritrova senza voto per la prima volta nella sua vita nerazzurra. Ma per continuare a sognare la Coppa dalle grandi orecchie, bisogna tirarle a Mario Pasalic, il connazionale dei perdenti che ieri ha perso almeno tre chance di infilarla sotto porta. Nove tiri nello specchio e ‘solo’ due gol pesano, soprattutto in vista di una gelida Kharkiv, con gli ucraini abili a beffare all’ultimo secondo per arrivare secondi nel girone più aperto del mondo.
     
    SILENZIO HA SENSO?- Già, la Dea avrà un solo risultato nell’ultima trasferta, lontanissima e ostica. Prendere o lasciare, bisognerà dare il tutto per tutto, Bjelica dixit. Si riferiva alla sua squadra, ovvio, e c’è da credergli vista la sorpresa fatta a inizio girone. La Dea deve sperare che il City tiri fuori dal cilindro la partita della vita, perché col pubblico di casa che carica al Maksimir non si è mai abbastanza in Guardiola. Ieri si sentivano ancora solo loro, un urlo compatto, un salto in alto unico, frotte di schiene nude che cantavano a squarciagola anche sotto di due. Vi ricordano i nerazzurri? Non quelli di ieri, perché per tutte le ragioni che potevano avere tra i Daspo e un viaggio a Brescia ancora incerto, c’era una gara in ‘casa’ in Champions in palio, la terza della storia. Ma si sapranno fare perdonare a 4 ore di aereo dallo scalo di Orio, per una scalata che pareva impensabile e invece ora è possibile. Quindi a raccolta il cinismo, la cattiveria e il 12° uomo. Ma anche il 13°, Pep Guardiola, perché mandi in letargo Orsic e regali un sogno al suo amico Gasperini.

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