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Atalantamania: è allarme rosso

Atalantamania: è allarme rosso

Non era contro la capolista che l’Atalanta doveva fare risultato. Partiamo da questo presupposto per introdurre la settima sconfitta nerazzurra, la quale avrebbe potuto destare ulteriore perplessità e arrabbiatura se fosse maturata con disimpegno. Ma così, per fortuna o per sfortuna, non è stato.

L’Atalanta scesa in campo ieri ha affrontato il match con il solito atteggiamento da provinciale quando si trova ad accogliere la big: 'giochiamocela a viso aperto, poi vada come vada'. Ed è forse questo atteggiamento, della serie ‘se va bene tanto meglio, se va male ci abbiamo provato’ che inizia a spazientire l’ambiente perché, se è un approccio che ci può stare con le grandi della massima categoria, non ci può stare con quelle di pari grado. E questa Atalanta si sta rivelando una squadra piatta, lineare contro tutte le avversarie e incapace di fare la differenza con quelle meno strutturate: si pensi al pareggino ottenuto due domeniche fa in quel di Carpi, quest’ultimo considerato un avversario da sbranare e sul quale tutti si aspettavano il ritorno alla vittoria. Eppure...

‘Si giochicchia’. Ma non ci si rialza e sembra che questo camminare sulle proprie ginocchia, per quanto faccia male, non abbia mai fatto male abbastanza, poiché, in fondo, questo team non ha mai strisciato a tal punto da destare serie preoccupazioni. Ma attenzione perché alla lunga questa inerzia, questa apatia potrebbero iniziare a costare caro: da +7 la zona calda calda dista a +4 e il Frosinone ieri ha messo ko l’Udinese, altra società coinvolta nel vortice dei bassifondi. Un grazie particolare va anche all’Inter, che ha inchiodato il Palermo a 27. Perché ora l’Atalanta è costretta anche a dipendere dai risultati altrui e quando inizi ad appellarti alla fortuna o agli esiti delle dirette concorrenti vuol dire che il tuo obiettivo, purtroppo, non dipende più solo dal tuo lavoro. 

Ora il calendario presenta al team di Reja (tecnico considerato irremovibile, almeno fino al termine del campionato), Lazio, Bologna e Milan. Un trittico da prova del nove. E sia chiaro: i bergamaschi si son stancati di allungare questo brodino; a forza di aggiungere acqua, la sostanza la perdi e l’Atalanta ha il dovere di ritrovarla prima che smarrisca se stessa e la possibilità di giocare l’anno prossimo in Serie A.

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