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  • Atalantamania: e divorzio fu

    Atalantamania: e divorzio fu

    Un fulmine a ciel sereno. Un cielo già annuvolato e minaccioso da inizio campionato e che, a meno di tre mesi dal termine del campionato, è stato squarciato: esonerato stamani Colantuono, al suo posto ecco Edy Reja.

    Un matrimonio giunto al suo capolinea, divorzio inevitabile, da farsi già mesi fa: 8 punti nelle prime dieci giornate, vero che, l'inizio del torneo è stato tutto in salita, ma e' altrettanto certo che, ai tempi, non preoccupavano ''tanto'' i punti persi, bensì altro: il gioco espresso in campo. Già. Perchè la storia del soccer ci insegna che in questo mondo si può perdere. Eccome. Ma la differenza la fa soprattutto come si giunge a una sconfitta, e a Bergamo sino ad oggi si è perso il più delle volte malamente, il che ha comportato una serie di perplessità e quesiti sino all'alba delle 8.50 di stamattina: la squadra 2014/2015 è, senza dubbio, la migliore che il tecnico di Anzio abbia mai avuto a Bergamo; perchè, pertanto, fatica a esprimersi al meglio? Perchè giocatori che meriterebbero più possibilità di giocare, si veda Biava, sono costretti al continuo riscaldamento per un posto in panchina? Queste son state due delle molteplice domande che i bergamaschi si sono posti in questi mesi e, sulle quali, la Società ha risposto sempre con il silenzio, probabilmente per lasciare lavorare il collettivo con tranquillità e non surriscaldare gli animi della Città orobica ma, forse, dietro a quell'omertà, qualcosa in pentola bolliva già da tempo: si voglia ricordare l'intervallo di Atalanta-Cesena quando, addirittura, fu annunciato nell'intervallo l'imminente esonero del tecnico. Un fuoco, insomma, alimentato col tempo, un incendio scaturito dopo quattro sconfitte consecutive e forse, anche per motivi di gran lunga più delicati: dopo la comparsa del nome di Colantuono sui taccuini di Cremona, che i Percassi abbiano deciso di prendere le dovute distanze?

    Ora inizia l'era di Reja, il quale ha firmato un contratto che lo lega a Bergamo per un anno e mezzo: a lui il dovere di riprendere in mano le redini di un team che, più che essere un gruppo, sembra un insieme di pezzi di un giocattolo per nulla collaudato. Tredici partite per cercare di trascinare l'Atalanta al suo obiettivo stagionale, la salvezza. Si riparte dal quart'ultimo posto a soli 3 punti di distanza dal Cagliari e dalla voragine della retrocessione che incombe alle spalle. Rispetto a organici delle dirette avversarie, l'organico orobico ha le carte in regola per mantenere la categoria, ma non sarà facile portare a termine l'impresa. Ora ci vuole una reazione, anzi, una ''rejazione''. Sperando che, l'arrivo del nuovo coach, non sia giunto in ritardo.

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