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  • Atalantamania: è solo colpa della Coppa?

    Atalantamania: è solo colpa della Coppa?

    • Marina Belotti
    “La maledizione della Coppa” è il titolo del film che l’Atalanta sta inscenando da ormai più di un mese. Durante il primo tempo i ritmi sono intensi, si palleggia, si studia l’avversario, la trama sembra dipanarsi in un gioco avvincente. Poi c’è la pausa e ci si interroga su come andrà a finire questo film: entrerà Petagna, cambierà modulo, non cambierà nulla? Sì, il copione è già scritto e il regista non può farci nulla: il secondo tempo l’Atalanta scompare, la trama è monotona e ha un solo protagonista. La Dea prende un’altra scoppola, l’ennesima prima della Coppa.

    LA RESA ANNUNCIATA- La Samp ci batte 3-1, l’Udinese 2-1. Questa volta non c’è neanche bisogno di rimonta, non riusciamo a fare un gol. Quando Petagna entra, la spinta in avanti si fa sentire, e ancor di più con Orsolini, il più affamato in questo momento tra gli atalantini. Ma è troppo tardi e ci pensa Icardi. Dov’è la nostra testa? Perché quella dell’argentino purtroppo è ben incollata al pallone. Nella Scala del calcio inciampiamo e precipitiamo gradino dopo gradino, ma forse era un risultato già nell’aria. Mister Gasperini nelle dichiarazioni pre-gara ormai non lo nascondeva più: la priorità è il passaggio di turno in Coppa contro l’Everton. In effetti, un risultato illustre per l’Atalanta, che quest’anno può anche permettersi di perdere contro la seconda in classifica.

    I MAGHEGGI PRO-COPPA- Quest’anno sì, perché, Coppa o non Coppa, mister e giocatori su una cosa sono d’accordo: per l’Atalanta sarà impossibile ripetere un campionato come quello della scorsa stagione e ci si accontenta di risultati scontati e della decima, o undicesima, posizione in classifica. I cambi sono stati effettuati per rimediare alla disfatta milanese o per arrendersi e pensare a preservare i giocatori migliori per la partita a Liverpool? Fuori il Papu, Toloi e Ilicic, titolarissimi, dentro Orsolini e Haas, mai dal 1’ con la maglia della Dea. E che problemi ha Caldara per non essere nemmeno convocato: è un risentimento muscolare o si tratta di ‘coppite’, per cui qualche tifoso potrebbe risentirsi? Peccato. Peccato vedere il nostro leader, Gomez, uscire dal campo gettando a terra la fascia da capitano: «Perderei ancora 7-1 se questo volesse dire tornare in Europa». E invece no, e chi l’avrebbe mai detto che otto mesi dopo ci saremmo trovati a rimpiangere il settebello interista che ci aveva dato una scossa che ora non troviamo più.

    L’ANTIDOTO- E allora passiamolo questo turno a Liverpool, che forse ci darà questo scossone fantasma. Alzerà il morale alla squadra che, chissà, tornerà a fare bene in campionato. Contro il Benevento? Troppo facile. Anche contro il Torino, anche contro il Milan. L’antidoto contro ‘la maledizione della Coppa’ è crederci sempre, su qualunque campo, con qualunque avversario. In trasferta ci siamo arricchiti di una valanga di punti persi e ne siamo rimasti sommersi. Eppure in trasferta abbiamo un ampio seguito che al secondo gol dell’Inter incitava con più sprint dello 0-0. E che al ritorno sul pullman, il numero 2, scorgeva segnali di questa maledizione: «L’anno scorso eravamo sul pullman numero 7…». Coincidenze? Per sicurezza, il 23 dicembre verso San Siro identifichiamo il pullman solo con una lettera: magari la A, di Atalanta e di Serie A, dove la Dea può ancora credere in una classifica migliore.
     

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