Era il più atteso. Tutte per lui, le attenzioni. Ha saputo ripagarle, infrangendo la barriera invisibile che separava il mondo del futuro e quello del presente. Un grande avvenire davanti, tutti erano sicuri. Ma era il presente, quello con la maglia dell'Atalanta, in serie A, che non aveva ancora convinto. E invece la rotta si è invertita: il primo gol atalantino è arrivato. Manolo Gabbiadini è l'uomo copertina della vittoria di ieri. Le tante magie sfoderate nell'Under 21 erano un biglietto da visita importante, pesante. L'altra faccia della medaglia era la quota zero nel tabellino delle reti in campionato.

Vero, lo spazio era poco, davanti c'era Re Mida German Denis. Ma il talento nerazzurro, nei pochi pertugi che era riuscito a ritagliarsi, non aveva ancora convinto appieno, declinando a fatica anche sul rettangolo verde del calcio dei grandi le gemme snocciolate nel football giovanile. Ieri, contro il Bologna, la maledizione si è interrotta. Un gol di razza, tanta qualità, i tanti applausi. L'esame più importante è stato superato. Senza il Tanque e Marilungo, è toccato a Gabbiadini il ruolo di supplente. Interpretato al meglio, con una rete che sa tanto di liberazione.

Ora, con la morìa dell'attacco colantuoniano ancora in corso - Denis ne avrà, salvo un recupero-lampo, almeno per due settimane ancora; Marilungo lo si rivedrà la prossima stagione -, Manolo può continuare a vestire i panni del bomber principe senza le pressioni di quel primo gol da trovare a ogni costo. Ora sembra tutto più facile. Il futuro è nei suoi piedi e soprattutto nella sua testa. Che è quella di un ragazzo umile e concreto: il boom è arrivato. Sonoro, fragoroso. Ma adesso arriva anche il difficile: confermarsi. Non sarà facile, ma le carte sono tutte in regola. Per scrivere un futuro radioso.