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  • Atalantamania, Gasperini come Lippi, Conte e Allegri: ma la sua big è una Dea!
Atalantamania, Gasperini come Lippi, Conte e Allegri: ma la sua big è una Dea!

Atalantamania, Gasperini come Lippi, Conte e Allegri: ma la sua big è una Dea!

  • Marina Belotti
Ieri pomeriggio il tecnico dell’Atalanta Gian Piero Gasperini ha centrato una doppietta consecutiva tipica solo dei più grandi allenatori: nella storia della Panchina d’Oro, dal 1993/94 quindi, ci sono riusciti solo Lippi, Ancelotti, Prandelli, Conte (tris) e Allegri. Ora il suo allievo Ivan Juric lo vede proiettato in una grande squadra, e come dargli torto: nell’anno più difficile di tutti, ma ancora di più per Bergamo e i suoi, mister Gasp ha saputo infondere forza al gruppo, mantenerlo in attività a distanza, riabbracciarlo a dovere 100 giorni dopo e trainarlo a un passo dalla capolista per un altro terzo posto che sa di storia. E poi quella semifinale di Champions sfuggita a 180’’ dal gong nella calda notte portoghese.
 
VALE DOPPIO- Meritata per il suo lavoro, la Panchina d’Oro bis, meritata per il calcio italiano che premia il bello e le storie travagliate delle piccole che sconfiggono il mostro in un lieto fine non scontato, e meritata per Bergamo a cui va la dedica del mister cittadino onorario, la città che ancora sta tentando di rinascere senza dimenticare. Perché qualcuno ha giustamente detto che ‘per vincere ci vuole talento; per ripetersi ci vuole carattere’. Quel carattere del ‘Mola mia’ che caratterizza la Bergamasca e che gli orobici con i calzettoni nerazzurri hanno fatto loro. Perché 12 mesi fa, mentre la città ascoltava rintocchi di campane lontane e sirene sempre troppo vicine, la sua banda internazionale sceglieva di restare, accartocciando biglietto aereo nella tasca. 
 
CHAMPIONS DECISIVA- Ma la Dea è sempre di profilo per guardare avanti, vuole ripetersi per la terza volta. Un altro terzo posto forse, un’altra Panchina d’Oro magari, di sicuro un'altra Champions League. Per centrarla deve pedalare più forte nella volata delle ultime 10 finali spalmate in un mese e mezzo di fuoco. Si è parlato di Juve, persino di Italia: Gasperini si toglie dal mercato con eleganza ma si sa che, decisivo, sarà l’accesso all’Europa più bella di tutte. Un palcoscenico che ha dato lustro ai suoi schemi e al suo metodo nei maggiori campionati con la moneta unica. Gasp chiede sempre il massimo ai suoi e il massimo ottiene, altrimenti se ne parla al giro dopo, che la sana competitività di reparto non fa mai male. Chiede aggressività e la miglior difesa all’attacco, e quest’anno, oltre a riprendersi il titolo di ‘migliore’ a 65 gol, ha alzato la saracinesca solo 34 volte.
 
CHE VOLATA!- Fare così bene all’Atalanta, rispetto che alle prime tre del campionato, sa che vale doppio, per il parco giocatori, per il budget in società, per gli obiettivi di mercato. Senza certe intuizioni, con così diversi progetti e fondi, è difficile tenere aperto un ciclo del genere. Ma se Gasperini si tiene stretta Bergamo, Bergamo deve tenersi stretta Gasperini, rincorrendo il Milan per non farsi prendere dal Napoli (e dalla Roma). Dovrà cominciare subito in quarta per arrivare quarta perché, dopo l’ostica Udinese in casa, all’Atalanta aspetta un trittico di fuoco: Fiorentina-Juve-Roma. Poi le Reggio-Emiliane con Bologna, Sassuolo, Parma e infine Benevento, Genoa e Milan. Saranno decisivi i 3 punti con le dirette nemiche dell’asse Milano-Roma, ma l’obiettivo ambizioso è di raccogliere tra i 25 e i 27 punti. E’ giusto pensare in grande perché in mezzo c’è un trofeo da alzare al cielo che rivendica la finale del 2019: nell’out-out delle preferenze ha sempre la meglio la Champions sulla Coppa Italia, ma giocare il prossimo anno con la coccarda al petto avrebbe tutto un altro sapore. E poi, Reggio Emilia, è una casa che ha sempre portato bene…Ora le riserve di lusso saranno fondamentali perché sì, Gasperini in questo ha ragione: la Panchina d’Oro è anche alle sue spalle.

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