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  • Atalantamania: ha ragione Mancini, lo Scudetto può vincerlo la Dea!

    Atalantamania: ha ragione Mancini, lo Scudetto può vincerlo la Dea!

    • Marina Belotti
    Se dovesse ricominciare il campionato penso che possa accadere di tutto perché uno stravolgimento così non c’è mai stato. Difficile fare previsioni, la Juventus è in testa e resta la più forte ma tutto può succedere, potrebbero rientrare in corsa anche l’Inter e l’Atalanta". Insomma, avete sentito forse parlare della Lazio? Io no e se i biancocelesti saltano sulla sedia, i nerazzurri si mettono più comodi sul sofà: sanno quanta verità si cela dietro le parole di Roberto Mancini.
     
    LA CLASSIFICA NON MENTE- La Juventus è prima d’accordo, a quota 63, la Lazio ne ha 62, poi ecco spuntare l’Inter a 54 e l’Atalanta a 48, entrambe con una partita in meno.Ciò vuol dire che, in caso di vittoria delle lombarde, il team di Conte salirebbe a -6, a due vittorie insomma dalla meta, e la Dea al doppio, -12 e quattro gare che le occupanti del podio dovrebbero perdere mentre i Gasperini’s men farebbero incetta di 3 punti. Molto più che un’ipotesi la seconda, per la prima viene in soccorso il Mancio, con il suo ‘Tutto può succedere’ che sembra ricalcare un po’ l’abusatissimo ‘Andrà tutto bene’. Ma ha ragione da vendere. Può accadere di tutto perché il campionato è rimasto fermo tre mesi e le condizioni di forma dei giocatori ne risentono, può accadere di tutto perché molti dei campioni torinesi se ne sono andati all’estero, mentre gli atalantini sono rimasti tutti a casa, devoti al lavoro e all’allenamento (alcuni direttamente a Zingonia). Può accadere di tutto perché le Star dai primi posti in classifica sono abituate a vacanze alle Maldive a giugno inoltrato, non a sudare al solleone come l’Atalanta, che ha alle spalle anni di estenuante preparazione estiva e gare giocate in riva al mare per qualificarsi in Europa League. E, infine, può accadere di tutto perché non c’è nessuna, e ribadisco nessuna, squadra al pari dell’Atalanta abituata a giocare in campi nemici e senza tifosi al seguito. A cui dedicare ugualmente una pioggia di gol.
     
    IL CAMPO NEUTRO E LO STADIO VUOTO- La Juve è avvezza a esibirsi sul palcoscenico dello Stadium, con i giochi di luce che la abbracciano quando si apre il sipario e gli applausi degli spettatori quando cala, seduti e ordinati. Quando gioca fuori è persino favorita, perché si sa che la maggior parte dei bianconeri non abita a Torino. La Lazio ha l’Olimpico, e abbiamo detto tutto, una capienza di oltre 72mila spettatori e un campo prestato all’occorrenza. Insomma, quando gioca la finale di Coppa Italia in campo neutro, la Lazio lo fa a casa sua. L’Atalanta invece non fa distinzioni, le basta che il rettangolo sia verde con le delimitazioni tracciate di bianco per mediana e area piccola. (Ma c’è da dire che a volte confonde anche quelle e i centrocampisti si trasformano in jolly offensivi). Non nominerò di nuovo le gare giocate (e vinte) nelle varie case prestate di Reggio Emilila, Milano e Parma, ma mi soffermerò sul Mestalla, caso emblematico: la sera del 10 marzo non volava una mosca, c’era un silenzio surreale, i nerazzurri giocavano con un peso nel cuore. Ma, lontani mille miglia da Bergamo, Ilicic si è messo a volare, mister Gasperini a urlare come un pazzo le indicazioni giuste, e i 4 gol pesanti sono stati dedicati, col cuore, a chi era a lontano, malato e sofferente. Su qualunque terreno e in qualunque condizione, la Dea- a differenza delle altre- ha già dimostrato di farcela.
     
    NERI(AZZURRI) DI RABBIA- E poi non dobbiamo dimenticare la spinta emotiva dell’Atalanta. Ragazzi legati da anni alla causa nerazzurra e alla gente di Bergamo, con cui stavano inseguendo un sogno che da settembre ha infranto ogni limite. Hanno perso amici, hanno visto con i loro occhi i tifosi soffrire, hanno pianto uno storico membro dello staff nerazzurro venuto a mancare. La loro rabbia per quello che è successo qui in bergamasca, annientata dal Coronavirus, è troppa, ed è la molla della cattiveria che beffa i portieri, il cinismo che la butta dentro a più non posso, anche sul 6-0. Gli atalantini l’hanno ripetuto allo sfinimento: Lo scudetto simbolico regalato non lo vogliamo….Perché siamo orgogliosi e non vogliamo niente gratis”, sembra il sottinteso. Ma invece no, perché ogni bergamasco sa che la frase potrebbe proseguire così: “Perché vogliamo vincerlo sul campo”. Perché, e lo dice anche il c.t. della Nazionale, “Tutto può succedere”.

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