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  • Atalantamania: il Milan (si) sogna la Champions, la Lazio teme la doppietta

    Atalantamania: il Milan (si) sogna la Champions, la Lazio teme la doppietta

    • Marina Belotti
    Dietro a questa vittoria contro i reali di Tudor, si celano reali notizie da tenere in gran conto. Il primo vero scoop è che la Dea ha vinto senza Ilicic. In casa- potremmo anche aggiungere- su terreno asciutto, e contro una piccola a cui quasi quasi non lancia il salvagente. Ma la porta nerazzurra non è più stregata- e anche questa è una novità- lo è quella dell’avversario, grazie al bianconero ‘De Palo’. Infine, ultima ma non ultima per importanza tra le news, l’Atalanta sa far gol anche dal dischetto. E in attesa di una gara secca nel suo Olimpico, non può che essere una lieta novella.
     
    DEA IN QUARTA- Rigore e autogol: letta così, tra l’81’ e l’85’, può sembrare che alla Dea sia andata di lusso. Invece uno scatenatissimo Gasperini-che oramai ‘salta con la Curva’ come la fila ai bar per i caffè sospesi dai bergamaschi- chiede subito alla squadra di partire in quarta per centrare la quarta. Diventa così allenatore in campo il Papu Gomez, che dialoga con Zapata neanche fosse il suo psicologo, e i problemi in attacco si risolvono che è un piacere. Peccato per Musso, crème de la crème dei portieri, che annulla la seduta e chiede una parcella salata. Più dolci le performance di Palomino e Masiello, che le buttano via tutte, ma la vera gara passa da centrocampo. Da due marziani che fanno il lavoro sporco e regalano una vittoria che neanche il Gallo del pulito. Ma fa paura, questo Toro in salsa orobica che fa il bucato alle reti.
     
    CHE CENTRI DA CENTROCAMPO!- Come San Martino tagliò a metà il suo mantello per donarlo al povero, San Marten de Roon si priva del suo da SuperMan per coprire la lacuna dell’Atalanta, povera di gol dagli 11 metri. Si presenta glaciale, sicuro, cinico e anche questo tallone d’Achille (otto rigori stagionali di cui ben cinque sbagliati) è ormai un piede da Killer pure nella danza dal dischetto, tra quello segnato da Ilicic il 25aprile- che liberazione!- e quello di ieri, pesantissimo. Quasi 82 kg, come quelli di un Masiello lanciato all’attacco, pronto a farsi stendere dai D’Alessandro e Sandro di turno per dare man e pied forte alla Dea. Per non parlare di Pasalic, spesso nell’occhio del ciclone per i suoi errori da matita blu, ora nella bocca di tutti per i gol da circoletto rosso. L’ennesima sfida vinta da Gasperini-che l’ha reso goleador e goleadargent (non fosse stato per la deviazione…): già 7 reti per il croato che va sparato per superare il record di 11 allo Spalato, sei anni fa. Anche Gasperini ha infranto un record, quello di reti segnate dall’Atalanta in una stagione, fermo alle 66 del1949-50, ora a quota 68. Quel Gasperini che ha sette vite più di Gattuso, ormai prossimo alla dipartita rossonera.
     
    IL GASP HA UN'ALTRA (I)DEA- Ma mettiamo subito il cuore in pace ai milanisti: se l’Atalanta riuscirà a mantenere il quarto posto, il Gasp rimarrà a Bergamo. Il suo sogno è la Champions, il suo sogno è una squadra a sua immagine e somiglianza: sotto le Mura orobiche li può realizzare entrambi. Inutile accostare i nomi dei nerazzurri alle ‘Big’, perché ormai è la Dea la Big. Il Milan non ha i(Dea) di gioco, non sparge sudore e spirito di sacrificio, non diverte e non si diverte. Tutto il contrario del calcio gasperiniano. La Lazio lo sa bene, e si prepara alle prove generali del 5 maggio. Si risparmierà per la finale, distante solo dieci giorni, o sfodererà già gli artigli? L’Atalanta non può permettersi il dilemma, troppi cani attorno a quel 4° posto, sa bene che deve vincerle tutte. E domenica, per buona pace del suo dolore al ginocchio, Ilicic tornerà. Certo, l’Atalanta vince anche senza Ilicic, l’abbiamo detto all’inizio. Ma se peschi il Jolly hai una chance più per fare il mazzo (ai laziali), aprire (i giochi) e chiudere la mano (e i tacchetti) nella scala 4°: Il fante-Papu che serve (in tutti i sensi) la squadra c’è, la Donna Dea pure, il Re Gasp anche, con l’asso Ilicic nella manica, ‘carta canta’ una certa musichetta…
     

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