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  • Atalantamania: il Napoli punta la Dea, ma questa Dea punta…la Lazio

    Atalantamania: il Napoli punta la Dea, ma questa Dea punta…la Lazio

    • Marina Belotti
    A stupirmi ieri sera non sono state tanto le zuccate di Zapata o le pennellate a parabola del Papu, né tantomeno i voli ad angelo di Gollorius, ma quei 29° all’ombra in una sera di fine febbraio. È durato un attimo, il tempo di accorgermi che non ero circondata da maschere per uno scherzo di Carnevale, ma da mascherine per una realtà ancora amara. Ma dove erano i quattro mesi di stop forzato nelle cavalcate a mille di Gosens? Dove gli acciacchi, gli affaticamenti paventati? Dove la stanchezza mentale, il calo fisico, la sofferenza per il gran caldo? Nulla è cambiato, la Dea riparte da febbraio, da dove era rimasta, e sforna altri quattro gol, ancora più in forma di prima, se mai fosse possibile. Questa Atalanta è senza tempo. Sola, a un virtuale +7 dalla Roma, si tiene stretto il 4° posto. Che non gli basta più. Questa Atalanta è senza tempo. E senza limiti.
     
    QUESTIONE DI PUNTI…DI VISTA- Perché se Aurelio De Laurentiis, sull’onda dell’entusiasmo, parla di Champions League, offre all’Atalanta la licenza letteraria di spingersi oltre. Si tratta di punti…di vista, e siamo sicuri che il patron del Napoli, che ci vede bene e lungo, abbia fatto i suoi conti. I partenopei, attesi al Gewiss Stadium giovedì 2 luglio, sono a -12, sì, meno dodici, dall’Atalanta. Che, a sua volta, è a -12 dalla Juventus. Ora, se la banda di Gattuso punta alla Dea, si grida alla normalità, ma se la Bergamasca, caricata dal poker di gol e di mesi annullati in un fischio d’inizio, si lancia in un: ‘E ora lo scudetto!’, tutti giù a ridere. E mister Gasperini sorride, perché è quando nessuno ci crede che l’EuroDea, libera da pressioni e obiettivi obbligati, raggiunge l’impossibile. Ora, non so cosa certifichi il Napoli a lottare per il 4° posto, se il gol dal dischetto di Insigne o quello dagli 11 metri di Politano, ma l’Atalanta non si guarda certo le spalle. Sa di poter stare tra le prime in Italia, semplicemente perché è tra le prime in Europa. Se il City ha una media di 2,27 gol a gara nel suo campionato, il Psg arriva a 2,61 e il Bayern a 2,77, l’Atalanta le domina tutte a 2,85. E al 12 agosto, quando potrebbe affrontare una di queste Star, manca ancora un mese e mezzo. E ieri, ma nessuno se ne è accorto, in campo mancava Josip Ilicic.
     
    PUNTO DI SVOLTA- A scrivere le pagelle, senza lo sloveno in campo, era difficile individuare il migliore, lo erano un po’ tutti. Più facile scovare il peggiore, la solita difesa ballerina che ha costretto Gollini a sporcarsi le mani guantate il primo giorno d’estate. Ed è probabile che gli stessi 11, stanchezza-ma quale?-permettendo, scendano in campo dopodomani con la Lazio. Già, quella Lazio che, secondo i calcoli suggeriti da ADL, sarebbe ancora più raggiungibile, ‘solo’ a -11. Batterla, e balzare a -8, significa per forza puntare allo scudetto. Un punto di svolta che può iniziare da stasera. A seconda di come andrà Juve-Bologna, la Lazio sarà più o meno carica. E mentre il Napoli sogna ad alta voce l’Europa più bella e Lotito fa un blitz a Formello per il patto scudetto, l’Atalanta, zitta zitta quatta quatta, da gran lavoratrice bergamasca qual è, scala la classifica senza proclami. Il 3-3 rocambolesco dell’andata con i biancocelesti aveva cambiato tutto, il cammino dell’aquila e quello della Dea, e lo stesso capiterà la notte del 24 giugno, comunque vada. Un punto (o 3) di svolta per i primi posti di questa Serie A che passerà alla Storia. L’Atalanta non guarda nessuno se non se stessa e punta a battere i 72 punti raggiunti nel 2016/2017: per farlo, deve vincere 8 gare su 12. A cominciare dal dentro/fuori casalingo contro la Lazio.

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