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  • Atalantamania: Inter, perché non ti prendi Piccoli?

    Atalantamania: Inter, perché non ti prendi Piccoli?

    • Marina Belotti
    La Dea con Piccoli vince da Grande. Sembra un paradosso e forse lo è davvero, per tanti aspetti. Perché il Toro gioca da Atalanta, ma perde. Perché il bergamasco nato e cresciuto in nerazzurro doveva essere a La Spezia già da 5 settimane, ma decide lui la gara. Perché la Dea gioca male, ma vince. Perché Belotti, fino a qualche giorno fa, poteva essere dal lato opposto dell’area, e questa una sua rivincita personale, ma il Gallo canta una volta sola. Il dg Marino, nel pre partita, rivela che Gasperini è stato chiaro su Zapata con quel suo “Penso che resti”.  Non resta quindi, all’Inter, che dirottare su Piccoli. 
     
    PICCOLI AFFARI - Chiaro che non lo farà anche se, una mossa alla Bastoni, non sorprenderebbe nemmeno troppo in questo mercato pazzo. Alla Dea sarà anche andata bene – ha conservato energie e col minimo sforzo acciuffato gli stessi 3 punti dell’Inter dopo ben 4 gol – ma che il sigillo l’abbia messo proprio il ragazzo casa e chiesa e calcio non è una coincidenza: 25 gol e 2 assist in una quarantina di gettoni in Primavera, una media pazzesca, all’incirca imbocca un gol e qualcosa ogni due gare. E dire che la Serie A con l’Atalanta l’aveva già assaggiata la prima volta il 15 aprile 2019, appena 18enne, il Gasp ci aveva ancora visto lungo. Così come lo Spezia, che dopo 6 gol e 2 assist in 23 gare, da settimane lo reclama a gran voce. La sua prima rete in Serie A? Proprio contro l’Inter, su assist di Bastoni. Simone però, non quell’Alessandro che dopo solo 3 presenze in Serie A (153’) con la Dea, fece fare follie all’Inter che lo acquistò subito. Piccoli non dovrebbe fare nemmeno la valigia: è già pronta in fondo al letto. 
     
    RIMAND-ATA- Solo se abbatterà anche le torri bolognesi non si potrà parlare di falsa partenza per la Dea. Giustificata, ieri sera, da una cinquina di assenze titolari. Mancava il capitano Rafael Toloi, entrambi i vice che a centrocampo dettano i ritmi della corsa e abbattono le ripartenze nemiche, de Roon e Freuler, mancava Hateboer a mettere la freccia sulla destra, mancava Zapata a farsi spazio in area piccola e tener la sfera incollata ai piedi a furia di spallate. Però c’erano Miranchuk e Lammers, che dalla panca hanno fatto forse meglio di alcuni colleghi in campo. A dimostrazione che è ancora presto perfino per una Dea che ormai da anni gioca a memoria e conserva più o meno intatte le sue pedine. Qualche nome, nell’11 iniziale, potrebbe presto cambiare. ‘Piccoli’ accorgimenti. E prima o poi anche il centravanti classe 2001 vestirà nerazzurro. Quale, non è dato sapere.

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