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  • Atalantamania: l’Hellas è riuscito laddove Milan e Juve hanno fallito! Pessina e Ilicic…
Atalantamania: l’Hellas è riuscito laddove Milan e Juve hanno fallito! Pessina e Ilicic…

Atalantamania: l’Hellas è riuscito laddove Milan e Juve hanno fallito! Pessina e Ilicic…

  • Marina Belotti
Persino in questa gara, sofferta e sottovalutata, c’è lo zampino del tecnico dell’Atalanta Gian Piero Gasperini. Che non ha più segreti per Ivan Juric e che forse, qualche ricetta magica, poteva tenersela per la sua pasticceria nerazzurra. I dolci invece li ha sfornati il Mastino della Scala, che ha ingabbiato i leoni della Dea come nessun altro era mai riuscito prima, rischiando di portare a casa bottino pieno. In casa Atalanta è scattato l’allarme, non perché il punto sia stato rubato dai padroni di casa, ma perché la password che dà accesso alle chiavi di lettura della squadra bergamasca, un mistero e una rivelazione sorprendenti fino ad ora, è stata trafugata dall’ex giocatore e collaboratore gasperiniano. Che, pensando un giorno di ereditare dal Maestro la panca orobica, si guarderà bene dallo spifferarla in giro.
 
MODELLO ATALANTA- E così, mentre Agnelli si preoccupava del ranking Champions e del passato senza storia della Dea, mentre Lotito non concedeva un giorno di riposo a mister Gasp in vista di Valencia e Zeman sussurrava sottovoce la parola ‘doping’, Gazidis da Milano e Juric da Verona proponevano ai suoi il modello Atalanta. I due ‘Ivan il Terribile’ avevano intuito tutto, ma se i milanisti gli hanno dato contro senza capire, i veronesi hanno capito eccome. Ieri è scesa in campo un’Atalanta-Atalanta che ha sfidato sé stessa nei suoi punti deboli. Un 1 contro 1 allo sfinimento, una pressione da togliere il fiato, continue verticalizzazioni sulle sponde verso il centro, tiri in porta che hanno impegnato tanto gli artigli di gatto Silvestri quanto i guantoni del rapper Golllini. Anche il modo in cui sono arrivati i gol, tra i giocatori disposti a specchio, è simile: errore di Günterda una parte, patatrac di Gollini-Toloi-Palomino dall’altra. Se il Milan non ha capito nulla, ha chiuso gli occhi e ha preso 5 schiaffi, se la Juve in balìa della Dea ha gioito per una notte intera dopo quel punto strappato faticosamente e immeritatamente, l’Hellas Verona ha messo in seria difficoltà l’Atalanta, per la prima volta in tutto il campionato, riuscendo laddove tutte avevano fallito. Prendendo a modello l’Atalanta. 
 
PESSINA È OVUNQUE- Prima della gara avevo pronosticato un 1-1 all’ultimo respiro, prima di un gol della Dea. E se quella sfera di Pasalic al 92’ fosse finita di pochi millimetri più a destra del palo….Il gol dell’Hellas? Puntavo su Matteo Pessina e non mi sbagliavo. Negli ultimi anni il ventitreenne ha ricevuto i consigli migliori da mister Gasperini, che l’ha iniziato al calcio che conta, e dal tecnico Juric, che l’ha fatto crescere e sbocciare. Pessina adesso è quel tuttocampista che farebbe tanto divertire questa Atalanta da Champions: un centrocampista votato all’attacco, un jolly che dove lo metti sta e fa bene, un fantasista che indovina e crea i varchi per le punte, sorprendendo le linee nemiche con invasioni a sorpresa. Un giovane di grande forza e tenuta fisica, che regge bene i 90’ correndo e sacrificandosi per la squadra. Pessina è un profilo da Atalanta, ma non di quella più piccola, di stampo veronese, ma di quella che si appresta a vivere la Final Eight a Lisbona e un nuovo sorteggio svizzero per la Champions che verrà. Roma e Milan, che cedendolo non aveva ancora capito nulla, sono alla porta, ma tornare nella casa dolce casa bergamasca sembra la soluzione più comoda e conveniente per entrambi.
 

MA DOV’ È ILICIC?- Un mistero aleggia indecifrabile sullo sloveno nerazzurro. Cosa gli è successo? L’improvvisa tribuna con il Brescia aveva spaventato i tifosi dell’Atalanta, e le parole tra le righe di Gasperini non erano riuscite a rincuorarli: “Josip avrà tempo per recuperare, ma non è in buona condizione e deve riprendersi”, ha detto ieri, “Ilicic, lo stiamo cercando di recuperare al meglio anche dal punto di vista fisico”, aveva svelato l’altroieri. Anche o solo fisicamente? I 21 gol in 15 presenze nel pre-Covid mancano terribilmente alla squadra, insieme ai suoi dribbling, alla capacità di tenersi incollata la palla al tacchetto e alle sue magie. A Verona poteva essere lui a sbloccare la gara almeno nella ripresa e a trainare, come sempre fatto, la Dea a pochi passi dallo scudetto. “Va aspettato e coccolato”, ha confessato Marino nel pre gara. Insomma, alcune parole qua e là potrebbero far pensare che non si tratti solo di un problema fisico e i nerazzurri, che già avevano dovuto fare a meno di lui a fine 2018 per un’infezione batterica ai linfonodi del collo, adesso tremano. E attendono con ansia il suo ritorno per Lisbona: è solo lui che, in coppia con Gomez- ieri orfano della sua spalla nell’ultimo passaggio, può spaventare davvero Mbappé e Neymar e far volare l’Atalanta in Semifinale.

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