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  • Atalantamania: l'ombra di Cristiano Doni

    Atalantamania: l'ombra di Cristiano Doni

    • Sabrina Fratus
    Lungi da noi il volerne fare un accostamento tecnico ma, poiché diversi sono i nomi ai quali è stato accostato nelle ore successive al termine di Atalanta-Torino, da Toure' a Pogba, se proprio vogliamo farne uno, inerente alla storia nerazzurra, be, allora diciamo quello più caldo, quello più romantico e, al tempo stesso, malinconico: Cristiano Doni.

    Franck Kessié si può paragonare proprio a lui. Era dai tempi del giocatore a 'testa 'alta' che all'Atalanta mancava un riferimento, un leader, una persona di spessore che cercasse di portare la nave in porto, di trascinarla nei momenti più semplici come in quelli difficili. Ed è proprio questa personalità ad avvicinare Kessié a Doni: quanti giovani di soli 19 anni avrebbero il coraggio, forse sì, ammettiamolo, la sfrontatezza e la presunzione di strappare la palla al compagno di squadra per tirare un calcio di rigore? Un penalty, tra l'altro, di quelli che scottano poiché da questo, alla fine, sarebbe valso o meno il primo successo stagionale, quello importantissimo per stemperare le critiche sorte in queste ultime due settimane, a seguito dei flop con Lazio e Sampdoria. Ma lui, Kessié, non ci ha pensato due volte a togliere la sfera a Paloschi e a volerla calciare lui, esattamente alle spalle di Hart. Per quanto sia vero che una rondine non fa primavera, è altrettanto vero che i fatti, quelli che scrivono la storia del calcio e dei suoi incarnatori, fanno la differenza e Franck Kessié in sole tre giornate è già andato in gol per ben 4 volte ed è pane per i buongustai del calcio giocato: fiuto del gol, dribbling, visione aerea del gioco stanno facendo di lui un talento che, con la giusta e sana continuità, lo potrebbero fare sicuramente un fuoriclasse. Per cui, cari bergamaschi, coccolatevelo bene perché tra un anno questo giocatore, elevando alla sua massima potenza l'attuale rendimento, è assai improbabile che possa vestire la casacca nerazzurra.

    Per un Kessié che continua a stupire, c'è un'Atalanta, finalmente, che brinda alla sua prima vittoria. E il merito, stavolta, va tutto a Gasperini: ottima l'intuizione di incollare Konko a ridosso di Falque, praticamente l'uomo più pericoloso dell'assetto granata, ma, ancor di più, eccellente proporre la linea difensiva (finalmente) a 4; per quanto Toloi e Zukanovic non abbiano brillato, Masiello e Konko ci hanno messo le pezze, impedendo ai tentativi del Toro di trovare la loro legittima realizzazione. L'ultima nota di riferimento va a Sportiello, bravo in due notevoli occasioni (la prima al 11', mettendo sopra alla traversa e poi la respinta coi piedi su conclusione di Molinaro): per quanto il suo inizio di campionato non sia stato dei più promettenti, barlumi di ripresa si vedono. Fiducia. E lo stesso vale anche per il giocattolo gasperiniano che, lentamente, sembra assumere le proprie sembianze.

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