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  • Atalantamania: l’Udinese non è il City, ma nemmeno Inter e Juve

    Atalantamania: l’Udinese non è il City, ma nemmeno Inter e Juve

    • Marina Belotti
    Ma sì, continuate pure a non parlarne. Riempite pagine, trasmissioni e discussioni davanti ai cappuccini sui continui insuccessi rossoneri (che noia…) e sullo stallo di gioco e risultati delle “Big”. E andate pure avanti imperterriti a non nominarla quell’Atalanta dalle grandi falcate nella corsa scudetto. Le fate solo bene: lei intanto, zitta zitta, è arrivata a segnare 28 gol in 9 giornate. Sette solo ieri, mandando a quel paese la miglior difesa bianconera, che finora aveva incassato 6 gol in 8 partite. Ah, dimenticavo, ma voi non ditelo a nessuno: sette gol senza Zapata.
     
    CADETTERIA- Che campionato la Champions, che calcio la Premier…Tanto che in Serie A, l’Atalanta, pare retrocessa. Un altro livello di gioco, di forza, di intensità, ma anche di corsa, di velocità, di resistenza e di azioni. Avrà subito undici gol in tre gare Champions, ma se è il prezzo da pagare per rifilarne in media tre a match in patria, ben vengano. La verità è che sono in molti a invidiare una Dea che, umile dietro la lavagna, impara dai grandi l’alfabeto del calcio che conta. Tiene il conto dei gol, copia in carta carbone schemi geometrici, fa ripetizione di educazione fisica e riscrive la storia. Troppo facile criticare quel terzo posto inutilmente rubato a chi del resto non l’ha mai meritato (e continua a dimostrarlo). Perché al contrario, utile lo è davvero: misurandosi con i più forti, soccombendo tra cune e ghiacciai delle piste nere internazionali, sulle blu d’Italia scivola a uovo e strapazza i rivali.

    SI SALVI KJAER PUO’- Del resto, bastava fare un po’ di zapping in tv tra gli anticipi della nona per rendersene conto: l’Inter che a San Siro lascia il passo a un Parma discreto, la Juve che non va oltre il solito gol pur contro il Lecce (a cui la Dea ne ha infilati 3). Ieri l’Atalanta avrebbe anche potuto fermarsi sul poker, tutte le altre probabilmente avrebbero fatto così…ma non lei. Quello che di certo poteva non fare, è subire gol, anzi pardon, regalarlo: ormai da mesi la difesa si scambia il completo biancorosso del Babbo più noto d’Italia per elargire papere qua e là. Ci è cascato pure Kjaer e ora l’elenco è completo (forse manca Ibanez, se mai dovesse giocare). Perché, Gasperini dixit, “se l’Atalanta avesse anche la miglior difesa, sarebbe prima in classifica”. Intanto si accontenta del terzo, a -2 dall’Inter e a -3 dalla prima.
     
    CLASSIFICA CHIAMA NAPOLI- Peccato, perché se contro la Lazio avesse concesso un rigore in meno a Immobile, oggi avrebbe l’argento al collo e l’oro in bocca. Ma inutile rivangare, meglio declinare altre ipotetiche: se il Brescia farà il botto contro i nerazzurri scambiandoli per i rivali bergamaschi e la Dea al San Paolo replicherà le ultime comparsate all’ombra del Vesuvio, diverrà impossibile non parlarne. Lo scontro diretto di mercoledì cambierà la classifica, ma i precedenti strizzano l’occhio alla Dea: pensate che al cospetto dei partenopei, tra i gol di Caldara e dell’ex Zapata, l’Atalanta ha gioito tantissimo. Anzi, no, scherzavo. Meglio parlare solo del Napoli, è lui ad aver maggiori probabilità di trionfo, è lui-quarto- ad inserirsi nella corsa- a tre- allo scudetto. Il silenzio dell’invidioso fa molto rumore e, è risaputo, vale più di mille parole.

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