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  • Atalantamania: la ‘Dea B’ vale un(a) Capitale
Atalantamania: la ‘Dea B’ vale un(a) Capitale

Atalantamania: la ‘Dea B’ vale un(a) Capitale

  • Marina Belotti
Turnover, non turnover, Coppa o non Coppa, ormai non importa più: l’Atalanta a immagine e somiglianza di Gasperini non sbaglia un colpo e si muove a memoria. E diverte con il bel gioco tutti gli appassionati: un po’ meno i giallorossi nel primo tempo e i nerazzurri nel secondo, che speravano di conquistare il Colosseo con la panchina. E chi l’avrebbe detto...

AREA DI RIGONI - Tra Laxalt, Pavoletti e Soriano, ecco arrivare il 17 agosto Emiliano Rigoni. Arrivare, ma si fa per dire, perché Gasperini non sa dove metterlo, ma soprattutto non sa dov’è: ancora in Russia, gli dicono, e lui aspetta. Ma non può nemmeno inserirlo contro Hapoel o Copenaghen per le regole Uefa. Pazienza, proviamolo contro la Roma che tanto è un match di passaggio... ma Emiliano va, indovina i passaggi, al debutto si butta sull’area di rigore che diventa di Rigoni e l’intesa con Zapata non sembra roba dell’ultima settimana. Eppure, è imprendibile, supera la mediana in un lampo, si inserisce come un fulmine - sarà per questo che ha i capelli in aria - e stende con un bis “il giovane Olsen”. Ecco l’ultimo prodotto nelle mani del Gasp: la Dea B è una delle migliori in A.

LUPACCHIOTTO - Riesce ad ammansire persino una Lupa, ma solo dopo che il suo Pastore l’ha mandata al largo. Il virtuosismo di tacco del Papu-friend manda in tilt la difesa e in visibilio l’Olimpico. Alla fine, gli unici atalantini sulla sufficienza sono proprio i ‘titolari’: quel Gollini che si butta poco e sotto la cui pancia Florenzi canta, quel Palomino che perde pezzi e quel Pasalic che tira bene ma alla polvere di stelle. Mentre è un Valzer ballato corpo a corpo il pressing di Valzania su De Rossi: la Primavera arresta il sempreverde. Pessina nasconde l’ex Cristante, Djimsiti lancia l’assedio in attacco, Nzonzi che lo crede difensore si arrabatta senza meta e prega che non entrino i rinforzi, altrimenti il crollo di Roma è dietro l’angolo della bandierina. 

EUROMA - E adesso? Il folle sperimentatore Gasperini un pensierino sugli 11 da schierare col Copenaghen ora potrebbe anche farlo: tre gol con le seconde linee, zero con Papu-Barrow e i titolari. Bellissima squadra, quella di ieri, con le idee chiarissime. Peccato che squadra non è, inventata al momento per visitare i resti antichi della Grande Roma prima del vero match da dentro-fuori: ma se la Roma è da Champions e la Dea in riserva è un fiume in piena, il Copenaghen non può e non deve intimorire. E se Barrow & Company faranno cilecca, è d’obbligo buttare un occhio alla panca: a Zapata e alla sua castagna, a Castagne e al suo tap-in.

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