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  • Atalantamania: la Dea si tiene Freuler, Mandragora non regge il confronto

    Atalantamania: la Dea si tiene Freuler, Mandragora non regge il confronto

    • Marina Belotti
    Se durante una partita a Uno foste obbligati a scambiare il vostro mazzo con quello del compagno, sapendo che voi avete due carte '+4' e 'cambia colore' e l’avversario cinque con numeri normali e di poco valore, sareste contenti? Non credo. Le vostre carte rappresentano Remo Freuler, un ragazzo diventato uomo all’ombra delle Mura, cresciuto esponenzialmente sotto la guida di mister Gasperini, che si fa in quattro per la squadra in tutte le gare, ne combina di tutti i colori e corre come Bolt, per 90’. Il nemico non presenta jolly, ha solo numeri bassi e pochi assi, scarsa esperienza, tante parentesi senza continuità. Insomma, sono venti milioni contro dodici: non c’è partita, voi siete a un passo dal chiamare 'Uno'.
     
    UN CORSARO- Perché solo Uno-del resto 11 è il numero della sua maglia- è il centrale in mediana capace di strappare la sfera dalle gambe avversarie, mantenerla per minuti interminabili prima di trovare il varco giusto per il tridente. E, qualche volta, persino la via del gol. Uno è il giocatore che corre più di de Roon- già un runner combattente- e si sacrifica per la squadra con poche cappellate e tanti virtuosismi. Voci danno Freuler con le valige in mano, ma lui risponde lanciando una sfida a Gosens e Djimsiti nei verdi campi svizzeri, correndo per 5 km con lo scatto dei 100 metri. E dire che a Natale 2018 è stato uno dei primi a rinnovare il suo contratto fino al 2023, anticipando quel piano lungimirante targato Percassi che ha portato a ritoccare e prolungare gli accordi di tutti i titolari nerazzurri. 
     
    L’11° UOMO- Le voci inglesi la Dea non le ha mai sentite, quelle rossonere così lontane dalla Champions poi escono dall’altra orecchia dello svizzero, che sogna solo di tornare in campo per la Coppa dalle grandi orecchie. “Non scherziamo, sarebbe una perdita troppo importante, e un passo indietro per la Dea”: la rivolta popolare dei nerazzurri ha spento subito qualsiasi discussione in merito. Troppo legati, come mister Gasperini e la dirigenza, a quegli occhi di ghiaccio che in cinque anni hanno visto la panchina, persino la tribuna, ma poi sempre più spesso il manto verde del campo, gli stadi europei, e la porta per 17 volte in 159 presenze. Oggi Freuler è un pilastro tanto della sua Nazionale quanto del centrocampo nerazzurro, insostituibile perfino da Mario Pasalic. Non ha quella corsa, quella grinta e quel controllo palla. Qualcuno lo vuole? Prepari più di 30 milioni, e se Mandragora ci tiene tanto a venire è bene accetto a Bergamo. Ma solo come vice.
     
    SOLO VICE- Il centrocampista dell’Udinese in realtà è pronto per indossare l’altra casacca bianconera a due passi dalla Mole. La Juventus lo riscatterà per una cifra altissima, 26 milioni di euro, e mister Gasperini lo stima, anche parecchio dal momento che l’ha fatto esordire in Serie A col Genoa (contro la Juve, tra l’altro). Nessuna esperienza in Coppa però-a parte quella nazionale- e una collezione troppo variegata di cartellini (11 gialli in B, 8 in A a stagione, contro i 2-3 del Remo bergamasco). Tackle e tiro dalla lunga distanza ci sono, ma troppo pochi gli assist e le reti, e poi c'è quella frattura al quinto metatarso e il lungo stop alle spalle. Anche se abile in fase di marcatura e di proposizione, uno scambio con lo svizzero sarebbe comunque un passo indietro nel centrocampo di un’Atalanta che sta guardando sempre più avanti, ma un giovane (toglie 5 anni allo svizzero) rinforzo potrebbe essere una bella idea. Anche per lui, che nella più piccola e più a misura d’uomo realtà bergamasca può ri-trovare la sua dimensione e un Maestro che sappia tirare fuori le sue doti migliori per farlo crescere ancora di più, regalando una certezza alla nazionale italiana.

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