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  • Atalantamania: Malinovskyi resta a Bergamo, non basta questo per lo scudetto?

    Atalantamania: Malinovskyi resta a Bergamo, non basta questo per lo scudetto?

    • Marina Belotti
    Per una società come l’Atalanta è difficile a meno che non accadano cose davvero particolari, c’è una disparità economica elevata. Il nostro obiettivo è migliorarci e possibilmente stare in alto. Lo scudetto non può essere un obiettivo”. E pensare che ultimamente è un po’ caduto a Bergamo il tabù scudetto, una parola prima lontanissima, che per un certo periodo ha scaturito smorfie miste a risa, ma che adesso fa sognare. Perché, al di là delle parole di mister Gasperini, cose davvero particolari l’Atalanta le ha fatte accadere per 89’ a Lisbona e negli ultimi cinque anni. Perché, se si parla di migliorare e si finisce secondi, c’è solo un posto l’anno prossimo ancora più in alto. E perché, con questo ucraino che non si ferma più ma si ferma a Bergamo, tutto sembra possibile.
     
    DA MALINO…A BENINO- Mister Gasp lo ripete: non sente le voci (di mercato, quelle che gli fanno azzeccare tutte le sostituzioni invece sono a volume altissimo) e sta bene qui, nella Sua Bergamo. Come Ruslan Malinovskyi, che in centro città ha appena fatto a pezzi un Pallone d’Oro. Ebbene sì, avete letto bene: era quello commestibile del suo ventottesimo compleanno, ma se va avanti così potrebbe riceverne anche uno ‘vietato da ingerire’. Sette assist e cinque gol in otto partite consecutive significano un’azione e mezza decisiva a gara. Un risultato sorprendente che l’amico di Kovalenko ha raggiunto dopo l’esperienza con la sua Nazionale, dopo 14 gare in cui a testa bassa è entrato dalla panca, dopo sedute e allenamenti in cui si è messo al servizio di mister Gasp, dopo aver sconfitto il Covid e lottato con problemi muscolari. Un vero bergamasco, che fa degli ostacoli un’opportunità: basti pensare che dopo il grave infortunio al ginocchio al Genk ha iniziato un programma di lavoro specifico che oggi gli permette di bombardare i poveri portieri di turno, puniti da tiri mancini a go-go. 
     
    MALIBOOM- Qua lo chiamano Maliboomsky, e a scoppiare è il telefono di Percassi: incedibile, al centro dell’economia del gioco di mister Gasp che lo vede duttile ma, in confronto al rendimento da Superman sulla trequarti, sprecato da centrale. Un attaccante per quanto è determinante in fase offensiva: il ragazzo di Zytomyr, se giocherà titolare come ci si aspetta almeno due delle ultime tre gare, stabilirà il record personale di presenze in un solo campionato. Ma è solo l’inizio di un percorso che già vale oro: arrivato nell’estate 2019 dal Genk e pagato intorno ai 14 milioni di euro, se nel 2020 aveva raddoppiato il suo valore, in pochi mesi (ma decisive sono le ultime sei settimane!) è salito almeno oltre i quaranta milioni. In cassaforte ha un contratto nerazzurro fino al 2024 e non partirà. Ma a dirlo, ancor più che i numeri, le interviste e le smentite, sono gli occhi della moglie Roksana.
     
    A BERGAMO A VITA- Che brillano, perché a fine mese aprirà un suo atelier con una linea di moda, nel cuore di Bergamo. “Quando Ruslan terminerà la carriera vorremmo restare a vivere qui, oramai mi sento una bergamasca”, ha svelato al Corriere della Sera Bergamo. Perché sui social Lady Malinovskyi non solo ha sempre rinnegato voci di partenze e trasferimenti, ma ha più volte sottolineato il talento del marito: nessuno stupore, in primavera il 18 sboccia e ora inanella prestazioni degne dei suoi tempi migliori.Tutto ciò che tocca diventa oro, palloni in primis, chissà se un giorno anche alla forma singolare. Ma non basta questo Mali e un bilancio positivo a credere in un tricolore da ‘pòta’? Dopo lo scossone Superlega, chissà che qualcosa non possa invece cambiare, che anche le più piccole tra le grandi possano sognare. Non di essere per forza Batman, ma di vestire, almeno per una volta, i panni di Robin. Sarebbe già un gran risultato, per tutto il calcio italiano, inserirla nel novero delle inseguitrici. 

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