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  • Atalantamania, prof Gasperini dà lezione a Napoli: dura lex, sed l’ex (Zapata)

    Atalantamania, prof Gasperini dà lezione a Napoli: dura lex, sed l’ex (Zapata)

    • Marina Belotti
    Inter e Napoli ci sono già passate sotto questa Atalanta delle meraviglie, adesso toccherà alla Lazio, alla Juve (ahi, è ancora scossa da dicembre /gennaio), e tra le big potrebbe toccare anche al Milan, se entrambe le lombarde accederanno alla finale di Coppa. La Dea, dati alla mano e punti in classifica, è la più in forma del campionato. In questo momento e negli ultimi quattro mesi. Perché non solo vince, non solo ha un attacco che aliena le difese e stropiccia gli occhi alle tribune, ma insegna il bel gioco, che costruisce mattone per mattone da centrocampo, che è corale e di squadra, che quando una pedina manca e un’altra è in diffida, ha un maestro con l’asso(lo) nella manica da infilare in campo e in rete. E a chi gli chiede nel post partita qualche lezioncina di recupero a cui iscrivere Ancelotti&Co, prof Gasp risponde di no, lui le ripetizioni le dà solo sul campo d’allenamento nella fucina d’oro di Zingonia.
     
    Però maestro Gasperini può raccontare la storia di una Dea che, vista la protagonista, assomiglia più a una favola. Perché Atalanta corre nel mito – più veloce persino degli uomini (e delle big) – e scocca la sua freccia nel cuore dei bersagli via via prescelti (Europa, Coppa, Champions…). Ma, come nel prologo di ogni fiaba, c’è sempre un protagonista che si perde e commette qualche errore- c’è stato a volte Palomino, a volte Djimsiti o Pasalic, ieri è toccato a Castagne dire addio a Malcuit e a Mancini partire e arrivare in ritardo e male su Mertens. Ma qui arriva la svolta dell’intreccio: capire a quale eroe affidarsi per combattere i Partenopei che sul loro campo (di guerra) all’ombra del Vesuvio vogliono mettere a ferro e fuoco i bergamaschi. Allora fuori Mancini e dentro Palomino, qualche movimento sulle fasce tra Castagne e Gosens e il comandante Gasp sceglie il suo uomo migliore, il capo truppa Josip Ilicic.
     
    E come tutte le favole, anche in quella del San Paolo c’è un eroe che entra in azione e risolve il tranello (dopo quel primo inghippo sbrogliato da Masiello sulla linea...) per un lieto fine coi fiocchi. E l’eroe della fiaba-Dea è Josip Ilicic, quel combattente acciaccato, seccato, in fastidio a giocare col ginocchio dolorante, ma che se proprio c’è bisogno di lui sì, risolverà la partita. Solo lui può prendere un ‘8’ senza reti né assist; disorienta i partenopei asserragliati in difesa, abbatte le resistenze studiate da Ancelotti e cambia le sorti dei giochi con i suoi fidati scudieri Zapata (dura lex, sed l’ex…) e Papu Gomez, con il fante lesto Hatebour (ma anche lestofante, con quei piedi…). La ripresa è tutta a favore della Dea, che si riprende in tutti i sensi, anche la partita e i tre punti. Ma prima del lieto fine ci sono altre pagine e fiabe da scrivere, anche con la più piccola Udinese, ma soprattutto con l’insidiosa Fiorentina. L’Atalanta è pronta a prendersi tutto, Champions e Coppa, e riscrivere la storia delle sette sorelle del calcio italiano.
     
    “E vissero tutti in finale e in Europa”…ma tra un paio di settimane, ‘felici e contenti’ i nerazzurri lo saranno davvero solo se porteranno a termine quanto iniziato. Allora sì che, per dirla alla Gasperini, “la stagione sarà stata davvero fantastica”. E, tra le stelle d’Europa, ce n’è una che guarderà con soddisfazione la sua Dea - plasmata in vita nel corpo, nella mente e nel cuore, finalmente nell’Olimpo: Mino Favini, da oggi, brillerà più di tutte.
     

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