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  • Atalantamania: quanto ci sei mancato, Ilicic!

    Atalantamania: quanto ci sei mancato, Ilicic!

    • Marina Belotti
    Se guardassimo solo la prima e l’ultima frazione di Chievo-Atalanta, ci metteremmo ancora le mani nei capelli: la Dea in sette minuti crea ben dodici occasioni da rete senza scaraventare la sfera oltre un Sorrentino nemmeno in forma e la retrovia, sul finale, commette un’ingenuità e subisce gol, nonostante il dominio. Ma per fortuna in mezzo c’è una parentesi, tonda o quadra decidete voi, che ha quadrato il cerchio di una squadra che non merita la mera lotta alla salvezza. Ma non è un caso se, sui cinque gol totali, più della metà siano arrivati da chi, finora, non era ancora arrivato.

    SAN JOSIP- Siamo Ilicic-dipendenti? Può essere, perché lo eravamo la scorsa stagione, del resto, e quella iniziata finora non dava segnali confortanti. La nostalgia era tanta, ma anche la sua per la Dea e lo dimostra quella prima rete del suo tris personale che vale il prezzo del biglietto per i quattromila che hanno occupato la linea del suono del Bentegodi. E Ben Gode ora l’Atalanta, con quel dito di Ilicic puntato al cielo dopo altre due magie nel giro di un paio di minuti. Ci voleva così poco per ritornare alla pioggia di gol della prima in campionato….No, forse no: ci voleva proprio il ritorno di Ilicic, che dopo l’infezione aveva il dente avvelenato, ma anche l’esperimento di Gasperini ideato nella sosta: perché, diciamolo, quel Papu al centro ci piace davvero molto.

    NEL NOME DEL PAPU- E così, le mosse segrete che il mister stava studiando da due mesi, hanno finalmente dato i suoi frutti nella direzione giusta. Forse la quadratura definitiva del cerchio l’abbiamo trovata per davvero: Papu centravanti, Ilicic a fare razzie nella corsia destra e Zapata a sinistra. Ah, no, a ben guardare si tratta di Barrow: “Perché?”, è la domanda che si sono fatti tutti vedendolo in campo. Tra la riconferma di un de Roon più in forma e aggressivo che mai e un Gosens ritrovato nell’assist e nel gol, bisogna anche guardare i lati negativi. Non solo l’incapacità di aggiustare la mira iniziale e la mancanza di concentrazione finale, ma l’imprecisione dello svizzero e la bruttissima prova di Barrow che non segna, non salta e perde più palloni lui di un lanciapalle. Perché era il Chievo, passi, ma già col Parma serviranno otto numeri in meno.

    PARMAPEGGIO- 99-8: 91, Zapata. Affrontare il Parma, 4 punti in più in classifica, non sarà come contro un Chievo, dispiace dirlo, già condannato alla Serie B nonostante la nuova avVentura. Loro erano diecimati e assenti e hanno tirato in porta solo dal dischetto. Ma, nonostante gli uguali colori, con D’Aversa sarà diverso, servirà una formazione definita, con un’identità come quella vista a Verona e rinforzi che, nel caso, provengano dalla panchina, e Barrow su tutti si è dimostrato bravissimo in questo. Ma perché coi crociati sia un Sabato del Villaggio, la Dea deve restare concentrata e sfruttare l’onda lunga, altrimenti, al primo scoglio, tornerà ad affogare in un mare di guai.

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