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  • Atalantamania:| Questione di carattere

    Atalantamania:| Questione di carattere

    Si sperava in un colpaccio, quasi velatamente lo si sognava. La gara di Torino, invece, si è rivelata un incubo. La Dea ammazzagrandi aveva già castigato Milan, Napoli e Inter: per par condicio, non era da escludere uno sgambetto anche a un'altra grande, quella che ultimamente è la più grande del nostro campionato. Ma è andata diversamente, e dopo due minuti la gara si era già incanalata sui binari amari della sconfitta. La giusta punizione per un approccio sbagliato, come ancora una volta capitato nelle uscite recenti. 

    L'occasionissima di Denis, arrivata subito dopo il killeraggio a freddo di Vucinic, è un rimpianto grosso come una casa, ma si sarebbe perso comunque. Non è l'ovvio divario tecnico a determinare questa convinzione: si capiva subito che in quella Atalanta, quella scesa in campo a Torino, mancava lo spirito giusto. E questo è imperdonabile, se ti chiami Atalanta: la squadra del sudore, della maglia bagnata, della grinta, del sangue. 

    Il cuore, certo, ma anche la testa: perché se poi si prende anche un rosso evitabilissimo (Manfredini si era visto sventolare il giallo un minuto prima), vuol dire danneggiarsi anche in vista della gara successiva. La classifica, fortunatamente, non è cambiata troppo. Nonostante quattro cadute nelle ultime cinque uscite, la Dea è ancora lì, nel mare tranquillo di centro classifica. Ma ci vuole poco per finire nei mulinelli più aspri. 

    Per regalarsi un Natale sereno, è lapalissiana la necessità di una vittoria contro l'Udinese. Colantuono dovrà lavorare sui suoi, dovrà torchiarli per infondere in loro la sua stessa tempra, per ridare alla Dea il carattere vincente sciorinato nella scorsa stagione. Far vibrare nuovamente i muri di Zingonia: per vincere, per convincere, per ritrovare la mentalità da Atalanta.

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