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  • Atalantamania: qui si fa la Champions! Se la perdi non è colpa delle milanesi

    Atalantamania: qui si fa la Champions! Se la perdi non è colpa delle milanesi

    • Marina Belotti
    Alle 22.30 di ieri, se qualcuno era da poco decollato o si accingeva ad atterrare negli scali di Linate, Malpensa o Orio al Serio, avrà assistito a un fenomeno a dir poco straordinario: una cortina di fumo copriva la Lombardia, quella dei cervelli di migliaia di tifosi che studiavano le quattordici combinazioni possibili nella lotta a un posto Champions. Sì, dico quattordici e non tredici perché c’è anche la possibilità -nota a pochissimi e dimenticata da molti –che Inter e Roma vincano, l’Atalanta perda e il Milan pareggi. Passerebbero proprio le milanesi, in questo gioco delle classifiche avulse. Ma, al di là di calcoli e ragionamenti matematici da 5^ elementare, ai bergamaschi per passare basta fare quello che gli riesce meglio. Vincere. Come fatto ieri per 80’, perché adesso ‘Allegri’ siamo noi.

    LA CARICA DEI MI…QUINDICIMILA- “Qui si fa l’Italia o si muore”, disse quel Garibaldi a cui Bergamo ha dedicato più di un monumento. La Città dei Mille orobica attende di varcare Reggio Emilia con una carica da almeno quindicimila nerazzurri per riscrivere le potenze calcistiche dell’Italia. Al contrario però di Inter e Milan- come spesso ha ricordato anche Gasperini- l’Atalanta non morirà se non dovesse entrare in Champions. E questa è la sua forza, a dispetto delle milanesi: perché è un team rinato dalle ceneri del calciomercato, dalla battaglia persa a Copenaghen, con la sola voglia di esprimere il bel calcio e fare gioco di squadra, seguendo gli improvvisi colpi di genio di Gasperini e divertendo la piazza, animata dai suoi campioni. Già, perché comunque vada, Bergamo chiama già i suoi 11 ‘Champions’.

    LA REGGIA EUROPEA A REGGIO-Obbedisco!”, urlerà in risposta la truppa di Gasperini al suo condottiero che chiede la vittoria, scomodando ancora Garibaldi. Peccato che quel sogno tanto impossibile per anni- con la Dea a chiedere continui autostop tra la A e la B- si possa inseguire lontano 191 chilometri dalla sua patria natia. E il paradosso è che il Sassuolo, capace di fermare una Roma agguerrita, giocherà in casa propria la sua ultima in trasferta. Ma questo in realtà è un altro punto (anzi, speriamo 3) a favore dell’Atalanta. Sì, perché Reggio è la casa delle imprese europee, ridipinta di nerazzurro, e anche in campionato in casa sua, non è che si son mai visti tanti neroverdi. Anzi, qualcuno di loro segretamente ora tifa Atalanta. Perché diciamolo, non gli andrebbe mica male se un Barcellona o un Real Madrid varcassero la città del Mapei con tanto di tifosi al seguito…Ma siamo certi che sarà una dura battaglia, da conquistare sul campo e portare a casa. In quella vera, perché se la Dea dovesse centrare il traguardo, verranno giù le Mura. Con buona pace dell’Unesco.

    ALLE EUROPEE VOTO…- Intanto, ormai di questi tempi passa in secondo piano, l’Atalanta ferma ancora la Vecchia Signora e ritorna in Europa League. Ilicic & Company hanno saputo rialzarsi un’altra volta dopo la batosta della finale, dimostrando di saper pensare lucidamente a un match per volta- qualità rara. E soprattutto, hanno saputo mantenere il risultato per 80’, rischiando il sorpasso sul triplice fischio. La difesa nerazzurra, seppur regredita per le assenze di Toloi, Palomino e Mancini (solo nel finale), è cresciuta a dismisura negli interventi su colossi quali Kean, CR7, Dybala e Bernardeschi. Rinati Masiello e Djimsiti, domenica la Dea può contare anche su di loro nel preservare lo 0-0. Ma Zapata deve avere la classifica marcatori che lo stuzzica, Ilicic quel fuoco dentro che lo anima, il Papu quella voglia di ballare la sua omonima dance promessa in caso di…Non diciamolo, ma quel gol, almeno un gol, deve arrivare. Troppo complesso continuare a smanettare sullo smartphone per sapere il tabellino delle altre: è tutto nelle mani (di Gollini) e nei tacchetti della Dea. Con le Europee alle porte, la bandiera a stelle su sfondo blu sta spopolando. Quella palla a stelle però, ora tingiamola anche di nero, per dare un motivo al presidente in carica Gasperini di rimanere a governare la ‘sua’ Bergamo.

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