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  • Atalantamania: Ritornare a casa

    Atalantamania: Ritornare a casa

    A volte ritornano. Anzi, altroché: spesso, spessissimo ritornano. È il caso dell'Atalanta, teatro della reiterazione di una parabola, quella del figliol prodigo, che a ogni sessione di mercato inanella un abbraccio al vecchio amico che prima se n'era andato e poi è tornato. Altro che Foscolo, altro che 'A Zacinto'. L'esilio da Bergamo – quasi mai forzato, ma sospinto dal vento delle ambizioni verso lidi più attraenti – è solo una parentesi, apostrofo più o meno sostanzioso tra le parole 'T'aspetteremo', probabile congedo sussurrato nelle orecchie di chi lascia l'ovile zingoniano. 

    L'elenco è infinito e offre diverse sfaccettature. Persino ai piani altissimi, quelli della presidenza, con un copione tutto particolare: Antonio Percassi, esempio di reincarnazione atalantina, prima giocatore e poi presidente in due riprese. C'è poi mister Colantuno, partito per il Monte Pellegrino e quindi tornato all'ombra della Maresana: tornato per restarci, Ferguson in salsa orobica. Passando al rettangolo verde, sovvengono i nomi recenti dei vari Budan, Mutarelli, Cigarini, Raimondi, Doni, Caniggia. Storie spesso simili, fasti a volte ben diversi.

    Il mercato, si diceva. Riecco i nomi che rimbalzano: cognomi familiari, che i tifosi non hanno fatto ancora in tempo a dimenticare. Si parlava di Rolando Bianchi, caso-Tevez dei comuni mortali: sembrava dell'Atalanta, pareva a un passo dal Genoa, spuntava l'ipotesi turca, poi quella russa, poi quella milanese, poi di nuovo Bergamo, e chissà come finirà. E c'è poi un refrain buono per ogni stagione, che rispunta a ogni sessione: Massimo Donati, alla faccia dei tormentoni estivi che evaporano in un lampo. 

    A rimbalzare più forte, negli ultimi giorni, è il nome di Simone Padoin. Con la casacca juventina ha conosciuto il calcio che tutti sognano da bambini: uno scudetto sul petto, le note della Champions e le notti da campioni. Ma lo spazio si assottiglia, la concorrenza s'infuoca, i giochi di mercato ti travolgono. Lo vorrebbe la Samp, nell'affare Gabbiadini-Zaza. Oppure c'è quella strada, tra Bergamo e Torino, da percorrere ora in senso opposto. Al casello, però, il conto dovrebbe essere salato: per un ritorno all'Atalanta servirà un deciso ridimensionamento dell'ingaggio. Per amore della Dea si potrebbe fare, o no?

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