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    Atalantamania: trionfa la paura, Juve troppo forte per la Dea

    Atalantamania: trionfa la paura, Juve troppo forte per la Dea

    • Sabrina Fratus
    Se  non fosse che s'affrontava la prima in classifica col dente avvelenato causa lo schiaffo preso per mano del Genoa, non avremmo potuto giustificare con il termine 'timore' la prestazione della squdra nerazzura. Invece, non sempre il piccolo Davide ha la meglio sul gigante Golia. Succede alle volte che Davide riconosce, inconsciamente, a se stesso di essere ancora piccolo, forse immaturo, ci prova ad affrontare l'imponente colosso, ma invano, perchè sa di non poterne uscire vivo. Così l'Atalanta con la Juventus: ti aspetteresti la Dea imbattibile, quella che non perdeva da un filotto di partite a questa parte, quando l'ultimo ko risaliva al lontano 21 settembre, nel flop interno col Palermo. Invece, non è andata proprio così: la truppa di Gasperini, complessivamente, tiene un atteggiamento intimorito, e ciò è stato visibile sin dal primo istante.
    Kessie ma in palla, Conti mai in gara e nemmeno Caldara è parso sicuro e fermo rispetto alla altre gare. Vero anche che, per questi ragazzi, non capita tutti i giorni di confrontarsi con la Juventus e una prestazione non tra le più nobili contro un avversario di altissimo livello gliela si può concedere. Ma tale benevolenza non è poi così scontata, al contrario, circa le situazioni che hanno portato la Juve ai gol. Quando Alex Sandro sblocca il tabellino, bevendo la sinistra, macinando  metri a rientrare, ti chiedi: 'Conti dov'è stasera? Ma Sportiello perchè non si è mosso prima?'; per quanto sulle segnature a seguire il numero uno atalantino non è colpevole a 360° (anche se su quella di Mandzukic ci sarebbe da ridire..), non è mai apparso un portiere sicuro, uno di quelli che in una partita di questo calibro dovrebbe avere calma e sangue freddo. E anche questo fa riflettere: potrebbe essere un caso, un'interdizione dovuta al fatto che di fronte c'era la vecchia signora, oppure una mancanza di attenzione dovuta al fatto che, ormai, da tempo Sportiello è stato accantonato, addirittura avvicinato già ad altre destinazioni, in orbita mercato invernale.
    Ipotesi, alibi o meno, sta di fatto che l'Atalanta, con il flop accorso ieri, ha messo il freno al suo trend positivo, ma ci può stare quando ciò accade con la regina del campionato. Si può accettare, purchè non se ne faccia un dramma, poichè questo team, dal nulla, ha rivoluzionato se stessa e la propria storia calcistica, districandosi da un'antica impostazione tattica per elevarsi a uno schema matematico vincente e non sarà di certo una sconfitta a dover mettere in discussione quanto di ottimale è stato fatto fino ad oggi. Perdere non piace a nessuno, ma è attraverso gli insucessi che si ritrova se stessi e, forse, un ridimensionamento dei propri obiettivi così come dell'entusiasmo sfrenato dell'ambiente che ha pesato psicologicamente e inevitabilmente sugli stessi calciatori.

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