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  • Atalantamania: troppi errori arbitrali, diamo fastidio alle grandi?

    Atalantamania: troppi errori arbitrali, diamo fastidio alle grandi?

    • Marina Belotti
    Il silenzio di mister Gasperini e la sua banda è l’urlo più assordante che l’Atalanta potesse mai lanciare. Per trasmettere un semplice concetto: “Non ci stiamo e non facciamo finta di nulla!”. Nessuna interrogazione parlamentare alla napoletana quindi, ma un’esclamazione dritta al punto, perché quello di ieri poteva trasformarsi in +3. Un urlo di stupore, di rabbia, di protesta, di rammarico. Ci si augura squarci proprio quelle orecchie che non vogliono sentire ragioni.
     
    PIÙ CHE AIA, AHIA- Non è abitudine dei nerazzurri orobici brontolare, protestare e rimarcare un concetto, ma non c’è alternativa con chi si diverte a riaprire una ferita. Sanguinava ancora il tocco di mano di Bastos in area ‘non visto’ nella finale di Coppa, faceva male il bis su rigore alla Lazio in campionato, invocava pietà la mancata espulsione di Lykogiannīs nel contrasto con Ilicic. Eppure, un Barrow che parte a razzo -diretto in rete, non solo in area piccola- fa rabbrividire il palazzo e cancella all’ultimissimo uomo Ferrari quel marchio di fabbrica rosso fuoco che è suo di diritto. Andava (forse) bene la prima e la seconda volta parlare di errori e umanità, alla terza e quarta sembra più malafede e farsa diabolica, che con una Dea proprio non ci azzecca. Perché Irrati non è stato aiutato dunque? Chi non ha alzato la cornetta e ha scelto il silenzio? Quello del dopo gara di sicuro l’Atalanta che, come tutti i bergamaschi, se ne sta zitta ma intanto lavora, macina e porta a casa.
     
    URGE ZAPATA- Tranquilli comunque, l’Atalanta lo sa di aver giocato una partita brutta, senza la sua brillantezza e concretezza tipica. Un dato su tutti lo sottolinea: come contro il Cagliari, anche ieri il miglior attacco è entrato in riserva, e nemmeno la riserva Barrow ha cambiato il tabellino (anche se…). La sicurezza del ‘tanto non siamo Zapata-dipendenti’ inizia a vacillare, con la Nord pronta all’ovazione all’ingresso in campo del panterone il 23 novembre. Il problema è che Luis Muriel non è all’altezza e che Ruslan Malinovskyi è umano. Il primo non incide, non intuisce cross e traiettorie, ha la pancia piena e meno fame di gol. Il secondo-da contratto-ha contratto la sindrome dell’ingenuità nerazzurra, quella che con un cartellino giallo, ma proprio giallo fosforescente che è impossibile non vedere, ti fa commetter fallo, lasciando al tuo team il rischio di regalare 3 punti alla terzultima e la certezza della tribuna contro la Juve. CR7 non sarà l’unico a essere furioso.
     
    TEMPO AL TEMPO- Sappiamo bene che non piace a Gasperini-anzi proprio la odia-la sosta in mezzo al campionato, eppure mai come ora ‘pausa di riflessione’ capitò più a fagiolo. Zapata recupererà le forze, Gosens la forma, tutti i nerazzurri la lucidità, e il ricorso per riavere ‘testa calda Ilicic’ farà il suo corso. Perché le terne e sestine arbitrali potranno prender tempo per riflettere e riguardare i tanti errori su un maxi schermo che neanche al cinema, senza l’ansia da Var immediato. Pausa di riflessione anche per gli avversari, che hanno qualcosa da farsi perdonare da CR7 e che, se anche decidessero di non convocarlo a Bergamo, i nerazzurri lo capirebbero. Scherzi a parte, la Dea dovrà scendere in campo come nei suoi migliori ‘secondi tempi’, affrontando la Juve come il City, del resto sempre di Champions si tratta. E non farsi mettere i piedi in testa da sistema e fischietti: se a qualcuno non piace una realtà fatta di passione, sacrificio e umiltà invece che di budget, coppe e notorietà, forse, dopotutto, non ama il calcio. Almeno l’Atalanta non avrà mai un giocatore che, prima della fine, prende e se ne torna a casa, senza lottare con i compagni fino al 98’.

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