Il fluido magico contenuto nel Fiaschetto è evaporato. Svanito, disperso nello spazio di un campionato. Era qualcosa d'inebriante, nettare gustosissimo, Bacco per i tifosi. Classe condensata in 159 centimetri, palla incollata al piede e giocate illuminanti. Era Maxi Moralez, il Frasquito che ha fatto innamorare Bergamo. Era un anno fa.

Poi un campionato di vuoto. In mezzo, solo una grande serata: stelle e riflettori, Moralez che mette in ginocchio l'Inter e sembra un gigante, in grado di arrivare sino alla Luna. Ci si aspettava l'esplosione, dopo un primo anno di apprendistato – più che positivo – nella difficile terra italica: è arrivata l'implosione. Si è richiuso in se stesso. L'ha buttata dentro solo una volta, quest'anno, praticamente su assist di Andujar. Che ti è successo, Maxi? Le occasioni, va detto, non sono mancate: 29 presenze, il secondo uomo offensivo più ricorrente nelle alchimie colantuoniane, meglio ha fatto solo Re Mida Denis.

Se le sue reti si erano rilevate imprescindibili per la straordinaria epopea del campionato scorso, quello del meno sei e di un cielo irto di incognite, il risultato della stagione appena messa nel cassetto dei ricordi non è stato inficiato dalla crisi di Moralez. Ci ha pensato Jack a supplirlo, carta vincente a tinte nerazzurre, nuovo re di cuori bergamasco. Caratteristiche tecnico-tattiche non troppo dissimili, ma una grande differenza: la personalità, a quanto pare. 

Non resta che mettersi alla finestra e scrutare l'orizzonte del mercato. Per Moralez, l'estate può essere argentina. No, non l'Albiceleste, quella casacca che poteva nuovamente indossare con un'altra stagione al top. Un ritorno in patria pare ipotesi concreta. Di nuovo al Velez, magari qualche milioncino all'Atalanta (lo pagò cinque) e un rammarico: un Moralez spumeggiante solo per una stagione, poi il vuoto. Il Fiaschetto, insomma, è mezzo vuoto.