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  • Atalantamania:| Un punto d'argento

    Atalantamania:| Un punto d'argento

    Teniamoci stretti questo punto, era il coro che si levava ieri dagli spogliatoi del Bentegodi. L'Atalanta torna dalla trasferta veronese con un punticino striminzito ma importante. Prezioso, perché dà continuità alla serie nerazzurra e permette all'Atalanta di restare a distanza di sicurezza dalle sabbie mobili della classifica. La nota positiva è soprattutto una: la porta inviolata. Una novità per i Colantuono-boys, che lontani dal fortino dell'Azzurri d'Italia erano sempre stati buggerati.

    Osando, magari sarebbero arrivati anche i tre punti, ma viceversa si sarebbe potuto concedere qualcosa di troppo alle avanzate clivensi. Un po' il classico dilemma della coperta corta. Ma se guardiamo a chi qui ci ha lasciato punti e penne, ovvero Napoli, Genoa e Fiorentina (e pure la capolista Juve al 'Bentegodi' ha impattato per 0-0), la bilancia pende dalla parte del sorriso: lo 0-0 va bene. Stavolta non è bastato German Denis a decidere il match. Il panzer di Lomas de Zamora è rimasto a secco dopo sette gol snocciolati nelle ultime sei uscite.

    Numeri da capogiro, che lo hanno issato a simbolo del momento, ma che allo stesso tempo aprono un piccolo interrogativo: l'Atalanta non sarà Denis-dipendente? Al campo l'ardua sentenza, da emanare a stretto giro di posta. Ci si aspettava qualcosina di più da Maxi Moralez, che in trasferta ci aveva abituato a prestazioni importanti. Il Frasquito si è un po' smarrito all'ombra dell'Arena, in una partita troppo maschia per lui. Ora l'Atalanta deve guardare avanti, al rush finale di questo 2011, anno di gioie e di dolori, di sofferenze e di riscatti.

    Sullo sfondo, prima del Natale, ci sono ancora tre appuntamenti. Abbordabili, sulla carta, in particolare quelli tra le mura amiche. Contro Catania e Cesena, dirette concorrenti per un posto al sole della salvezza, si può - o forse si deve - puntare alla vittoria, puntando tutto su un jolly - il fattore campo - che finora non ha mai tradito la Dea. La trasferta di Firenze, che cade in mezzo ai due impegni interni, è già una sfida da grattacapo: soprattutto perché sulla panchina della Viola siede un certo Delio Rossi. Che a Bergamo ben conoscono.

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