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  • Attacco di Chiellini a Balotelli a scoppio ritardato: non è da Giorgione...

    Attacco di Chiellini a Balotelli a scoppio ritardato: non è da Giorgione...

    • Alberto Polverosi
      Alberto Polverosi
    Quando Chiellini parla di Balotelli ha ragione su tutta la linea, sia come elemento divisivo all’interno di un gruppo, sia come livello tecnico (“per qualcuno era fra i primi 5 al mondo, per me non era nemmeno fra i primi 20"). Ma qual è la ragione per cui un giocatore come lui, con la sua storia di personaggio stimato alla Juve e in Italia, col suo probabile futuro da dirigente calcistico, sfonda con tanta cattiveria un suo collega ormai ai margini del calcio di prima fascia?

    Quello che ci ha colpito nell’attacco di Chiellini a Balotelli è la pesantezza del giudizio a scoppio ritardato. Sono passati sei anni dal Mondiale in Brasile, sette dalla Confederations Cup, un tempo in cui si può accettare la “prescrizione”. Nel ritiro di Mangaratiba, durante il Mondiale brasiliano, era successo di tutto e quasi sempre il protagonista era lui, Mario Balotelli. Ma Mangaratiba era sei anni fa, da allora Chiellini non ha mai smesso di vincere gli scudetti e Balotelli non ha mai smesso di rotolare sempre più giù. E’ una sfida impari che un ragazzo dotato di sensibilità come lo juventino dovrebbe capire. Che c’entra lui con Balotelli e, se vogliamo, anche con Felipe Melo? Il termine “negativo” è brutto, è eccessivo anche per chi, come noi, non lo ha mai considerato uno positivo, tanto meno sotto il profilo tecnico.
    Chiellini deve parlare di Del Piero, di Messi, di Ronaldo, di Totti, questi sono i suoi interlocutori. Non c’era bisogno, per lanciare la sua autobiografia, di andare a rovistare in soffitta per recuperare una storia ormai sepolta da due dita di polvere. E poi, se per caso (o per miracolo) Balotelli cominciasse a segnare valanghe di gol da qui al 2021 (sarebbe la prima volta in carriera, ma mai porre freni alla Provvidenza) fino a ricandidarsi per la Nazionale, cosa farebbe Giorgione? Andrebbe da Mancini a dirgli di non convocarlo o si chiamerebbe fuori per non stare insieme a uno “negativo”? No, stavolta il sinistro gli è uscito male.



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