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  • Ibrahimovic, campione senza tempo: ecco perché il Milan ci pensa ancora

    Ibrahimovic, campione senza tempo: ecco perché il Milan ci pensa ancora

    • Federico Poeta
    “Non ho bisogno di un soprannome: se vuoi impressionarti, guardami giocare”. Questa è una delle tante frasi celebri di Zlatan Ibrahimovic, un campione che ha fatto anche dell’arroganza un marchio di fabbrica. Compie oggi 37 anni uno degli attaccanti più forti delle ultime generazioni calcistiche, un fuoriclasse dell’area di rigore ma non solo. Perché Ibra, nella sua lunga e vincente carriera, ha sempre saputo unire tecnica, fisico, senso del gol, agilità e capacità di realizzare delle vere e proprie magie. Sono celebri i suoi gesti acrobatici, come il “colpo dello scorpione”, dovuti ad un passato nel taekwondo. La sensazione che si ha quando lo si ammira giocare è che non ci sia nessuno come lui. Difficile paragonarlo a qualcuno, più facile invece sentire molti nomi accostati a lui. Ma nessuno di questi presunti “nuovi Ibra” sarà mai come quello vero.

    CAMPIONE SENZA TEMPO - Zlatan è unico e a 37 anni può ancora fare la differenza in ogni campionato. Basta vedere cosa fa ora a Los Angeles, dove sta trascinando i Galaxy, squadra tutto sommato tecnicamente mediocre, verso i playoff con 5 gol nelle ultime 5 partite (20 in stagione) e giocate spettacolari. Va bene, non sarà più l’Ibra devastante che abbiamo conosciuto in Europa, anche perché in campo si muove molto meno, ma i suoi colpi e i suoi gol sono gli stessi degli anni migliori.

    STILE ZLATAN - Tornando al discorso sull’arroganza, Ibrahimovic ha da poco sfondato il muro dei 500 gol in carriera. Sì, 500. E dopo aver siglato il cinquecentesimo gol, l’attaccante svedese ha dichiarato “Sono il dio del gol”. Frase arrogante sì, ma come dargli torto? L’arroganza di Ibra, spesso eccessiva, è altrettanto spesso giustificata dai suoi numeri, sempre eccellenti.

    FUTURO - Cosa ci sarà nel futuro di Ibra? Principalmente tre strade. La prima, la più vantaggiosa dal punto di vista economico, è quella legata al Pyramids FC, club egiziano del multimiliardario saudita Turki al-Sheikh, che avrebbe offerto allo svedese un contratto faraonico. Le altre due strade sono legate alla sfera affettiva. Il Malmo gli ha proposto un ritorno in patria, nella città dove è cresciuto e dove ha iniziato a tirare i primi calci. Questa è una sfida che stuzzica Ibrahimovic poiché in tre stagioni trascorse col Malmo non ha mai vinto il campionato svedese. La terza strada porta a Milano, con l'interessamento del Milan, che potrebbe tornare in Italia da gennaio a giugno in un’operazione stile Beckham. Il Milan considera Ibra ancora una risorsa, anche a 37 anni e il diretto interessato non ha mai nascosto il legame con i colori rossoneri. Per il momento l'ex attaccante di Inter e Juventus pensa solo al presente, ha un contratto con i Galaxy fino al dicembre 2019 e proverà a scrivere la storia anche negli States, a suon di gol e di trofei, come è abituato a fare. Perché Ibra o si ama o si odia, difficile trovare delle vie di mezzo.
     

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