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  • ll sindaco amico dei vip del calcio dimentica il terremoto

    ll sindaco amico dei vip del calcio dimentica il terremoto

    • Marco Bernardini
    Oggi è Sant’Armete. Un martire romano che, convertitosi al cristianesimo, venne puntualmente giustiziato nel periodo della Roma aureliana. La tradizione vuole che, prima della sua cruenta dipartita, l’uomo ispirato dal Padreterno avesse compiuto tutta una serie di miracoli grazie ai quali in seguito  ottenne la santità da parte della Chiesa. La sua “specialità” consisteva nel guarire coloro che, per motivi assortiti, erano andati via di testa. Insomma i pazzi. Di qui il sospetto, condiviso anche da alcune frange clericali, secondo il quale Ermete più che non un santo fosse in realtà uno strizzacervelli ante litteram. Ma ciò ha poco importanza. Lui è comunque il patrono di almeno dieci piccole città italiane tra le quali la capitale della “California italiana", Forte dei Marmi luogo prediletto di villeggiatura da presidenti di società di calcio e da giocatori molto vip. Tutti coloro che hanno accettato l’autotassazione benefica proposta da noi di “Calciomercato.com”. Ogni anno, da sempre, la cittadina della Versilia si trasforma in una piccola Montecarlo quando il cielo del Principato viene illuminato a giorno dai fuochi d’artificio. Uno spettacolo davvero unico per la bravura dei fuochisti professionali e per l’impegno finanziario non indifferente sostenuto dall’amministrazione locale. Questa notte, però, il Forte rimarrà al buio. 

    Il sindaco Umberto Buratti infatti ha annullato ogni tipo di festa pirotecnica per rispetto non soltanto dei poveri morti sotto le macerie delle case demolite dal terremoto ma anche di quello dovuto nei confronti dei sopravvissuti i cui volti e le cui voci continuano a fare il giro del mondo sulle pagine dei siti planetari. Scene di straordinaria disperazione e di emotività senza confini anche in certi minimalismi che poi tanto piccoli non sono. Tanto per dire, il cagnolino nero che dopo aver scavato per cinque ore dove “sentiva” che era sepolto il suo amico-padrone in chiesa, durante il funerale, si è accucciato sulla bara mugolando e leccando la fotografia di chi gli era stato portato via senza che lui potesse difenderlo. Basterebbe una scena così per evitare di fare festa patronale.

    Sopra Forte dei Marmi, pochi chilometri più a nord, si trova Pietrasanta. Definita anche “Piccola Atene” per la sua grande e ben radicata tradizione artistica e culturale, anche se ultimamente e strada facendo sta mortificando di un bel po’ questo prezioso appeal volendo scimmiottare il glamour fin stucchevole del Forte, tenta di resistere alle tentazioni grazie alla buona volontà della sua gente più anziana e di tutti gli artisti di valore che hanno deciso di non abbandonarla. Almeno per il momento. Pietrasanta ha anche una squadra di calcio di grande tradizione e di fama negli anni Sessanta che, seppure oggi decaduta e faticosamente sorretta dalla buona volontà del presidente Ciaponi, è stata affidata al ex campione di Juve e Inter Zanetti. Anche lei in attesa di tempi migliori o magari di qualche russo stanziale in Versilia e ricchissimo. 

    Il sindaco di Pietrasanta è Massimo Mallegni, grande amico di Berlusconi e politico professionista in senso pieno della parola con malcelate ambizioni romane. Ottima dialettica e parlantina sciolta. Fin troppo, però. Al punto che, una volta messo al corrente che il suo collega (ma non di schieramento politico) Buratti aveva annullato lo spettacolo dei fuochi, se ne è uscito pubblicamente a piedi uniti criticando aspramente la scelta del lutto fortemarmino e garantendo che, tra cinque giorni, a Pietrasanta si svolgerà egualmente la tradizionale “Notte Bianca” con tanto di popolo in piazza, bancarelle attive, negozi aperti e regolari fuochi di artificio.

    Buratti ha già risposto invitando il Mallegni a occuparsi dei fatti suoi e non di quelli altrui. Giusto ma insufficiente. Il sindaco del Forte, infatti, farebbe bene a “imprestare” per qualche giorno a Pietrasanta il patrono della sua cittadina. Essendo il buon Ermete, come abbiamo detto, esperto nella guarigione di chi è andato fuori di melone forse esiste ancora la possibilità che Massimo Mallegni, rinsavendo, si renda conto di quel che ha detto e soprattutto ricordi che una porzione dell’ Italia in lutto, molto più grande della “Piccola Atene”, non ha più case, cose e persone. Amen.

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