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  • Balotelli al Milan grazie a Galliani e Raiola (la Juve ci ha provato sino all'ultimo) VIDEO

    Balotelli al Milan grazie a Galliani e Raiola (la Juve ci ha provato sino all'ultimo) VIDEO

    Se Mario Balotelli è diventato un giocatore del Milan, il merito principale dell'operazione deve essere ascritto ad Adriano Galliani e a Mino Raiola. Il primo ha firmato il capolavoro assoluto nei quasi 27 anni di carriera in Via Turati; il secondo si è confermato ancora una volta il migliore agente del mercato.

    Galliani, inoltre, è stato bravissimo a vincere le resistenze di Berlusconi e, soprattutto, di chi, ai piani alti del Gruppo che fa capo all'ex premier, non voleva assolutamente l'operazione con il City. Non è un mistero del resto che, dentro Mediaset, viva e vegeti una scuola di pensiero secondo la quale i costi del Milan siano sempre più insopportabili. Galliani è sopravvissuto anche al fuoco amico e ora può, comprensibilmente, menare vanto di un colpo eccezionale, sia sotto l'aspetto economico sia tecnico.

    Per non dire di quello umano: se non ci fosse stato Galliani a ricucire il rapporto con Balotelli dopo la sortita suicida del Cavaliere ad Antenna Tre su Mario mela marcia, l'attaccante non sarebbe mai divenuto rossonero. Quando ha saputo delle infelice parole pronunciate dal presidente onorario, l'attaccante si è arrabbiato moltissimo; tant'è vro che, una settimana dopo, Berlusconi ha fatto dietrofront con un'arrampicata sugli specchi ("An amazing mirror climbing", ridacchia un'autorevole inglese) che ha esposto il potagonista a una figuraccia, ma, almeno, ha ottenuto l'effetto desiderato presso Balotelli.

    Potete immaginare quanto Galliani abbia sudato freddo, memore di ciò che accadde un anno fa quando aveva preso Tevez dal City e ceduto Pato al Psg, ma Berlusconi mandò all'aria tutto, con il risulttao che per un lungo periodo inglesi e francesi non hanno voluto sentir parlare del Milan, manco per una telefonata.

     

    Senza dimenticare che, in extremis, durante l'ultimo week end la Juve ha pareggiato l'offerta del  Milan. Ma Balotelli voleva diventare rossonero e basta. L'unica squadra in cui  intendeva trasferirsi era quella di Allegri. E così è stato.

    Alla fine del 2012, per cedere Balotelli il City chiedeva 37 milioni di euro. Non uno di meno e, certamente, non ricorrendo alla formula del prestito immediato con pagamento del diritto di riscatto a giugno. Galliani da una parte, Raiola dall'altra con i suoi bravissimi avvocati Vittorio Rigo e Rafaela Pimenta, hanno cominciato la manovra a tenaglia.

    Le multe che il City aveva ripetutamente comminato al giocatore prestavano il fianco alla causa che Mario rischiava di vincere a mani basse davanti al tribunale inglese poichè i suoi legali avevano evidenziato la pretestuosità di alcuni provvedimenti. Tant'è vero che, dopo avere minacciato fuoco e fiamme, nonchè una stangata di quasi 400 mila euro, alla fine la vertenza è stata bonariamente ricomposta: Balotelli ha accettato due settimane di sospensione dallo stipendio, decidendo di non fare più causa. In cambio, Raiola ha ottenuto il via libera per impostare la trattativa con il Milan, avendo assodato gli inglesi che la volontà del giocatore fosse una sola: diventare rossonero.

    Il resto venuto da sé, con la spola tessuta fra Italia e Inghilterra dai legali dell'agguerrito staff dell'agente, la pazienza e la mediazione di Galliani il quale, sorretto prima di tutto dalla passione tifoidea, non ha mai smesso per un istante di credere che i sogni, a volte, divengano realtà.

    Forte del sì dell'attaccante, il vicepresidente vicario del Milan non ha battuto ciglio nemmeno quando ha saputo dell'offerta juventina che era la stessa di Via Turati: 20 milioni per il cartellino e 3 milioni di bonus.  "O vado al Milan o non se ne fa nulla". Il primo gol per i rossoneri, Balotelli l'ha segnato così.

    Xavier Jacobelli

    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

     

     

     

     

     

     

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