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  • 'Balotelli-El Shaarawy-Montolivo, gol del Milan': e Galliani chiamò Raiola dal Caimano

    'Balotelli-El Shaarawy-Montolivo, gol del Milan': e Galliani chiamò Raiola dal Caimano

    Il retroscena è stato raccontato dai colleghi del settimanale Chi, diretto da Alfonso Signorini, sempre bene informato sul pianeta berlusconiano e non soltanto perchè appartiene alla Mondadori.

    "Milano, mercoledì 14 novembre, due giorni prima che Silvio Berlusconi si presentasse a Milanello. Intorno alle 21.20, mentre l'Italia è in campo in amichevole contro la Francia, al ristorante Caimano, in pieno centro, si gioca un'altra partita.

    La tv è accesa. In campo segna El Shaarawy, tra i tavoli della pizzeria esulta Adriano Galliani. Un'esultanza che lascia di stucco i presenti: «Tocco di Montolivo, assist di Balotelli e gol del Faraone», urla l'amministratore delegato del Milan, che poi si lascia sfuggire: «Ora chiamo Raiola». Mino Raiola è l'agente di Mario Balotelli. Il dialogo è breve, ma conciso. «Caro Mino, triangolazione rossonera, palla a Montolivo, assist di Balotelli e gol del Faraone. Ripeto: triangolazione rossonera. Buona serata». Poi l'ad del Milan torna al tavolo a godersi il secondo tempo della partita, esultando a ogni tocco dei rossoneri e a quelli di... Balotelli".

    Che Galliani sia calcisticamente "innamoratissimo" di Balotelli è assodato e l'ha ribadito a più riprese lo stesso vicepresidente vicario del Milan. Che ci provi a prenderlo è altrettanto sicuro.

    Tant'è vero che il fedelissimo di Berlusconi ha ricominciato ad accarezzare la Missione Impossibile di ritorno dal Belgio, dopo la notte magica di Bruxelles, l'ennesima magia di El Shaarawy, la pazzesca rovesciata di Mexes, il goldi Pato e pazienza se il brasiliano ha le paturnie, la qualificazione aritmetica agli ottavi della Champions, la decima consecutiva dei rossoneri.

    L'eliminazione del City dalla Champions League; l'irritazione degli uomini del principe al Mansur perchè, per la seconda stagione consecutiva  Mancini ha fallito l'obiettivo minimo europeo (entrare fra le prime sedici della Coppa dei Campioni); la posizione non più saldissima del tecnico;  il desiderio sottaciuto di SuperMario di tornare in Italia, nonostante Raiola si affanni a sostenere il contrario: a uno a uno, Galliani sistema i tasselli del puzzle e sorride.

    Il tempo lavora per lui e per il Milan: l'ipotesi del prestito a gennaio è naturalmente la più alletante, ma bisognerà vedere se il City ci stia. Con gli inglesi, poi, il rapporto deve essere ricucito, dopo il disastro del gennaio scorso quando Berlusconi espose il suo più fidato collaboratore a una figuraccia internazionale facendo saltare l'operazione Pato al Psg e Tevez al Milan, praticamente chiusa da Galliani.

    Certo, l'ostacolo del maxi-ingaggio di Balotelli (circa 6 milioni di euro netti a stagione), potrebbe apparire apparentemente insormontabile. Ma i tifosi del Milan e non soltanto loro, fanno di conto e si domandano se, cedendo Robinho in gennaio, pur di prendere Balotelli, il gioco valga la candela. La risposta è sì. Anche Berlusconi lo sa.

    Xavier Jacobelli

    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

     

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