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  • Balotelli: 'Non sono un bad boy, al City solo per Mancini'

    Balotelli: 'Non sono un bad boy, al City solo per Mancini'

    E' arrivato in conferenza stampa, con dieci minuti di ritardo. Sorridente, tranquillo, quasi riposato. Accanto a lui, il tecnico e amico Roberto Mancini. Mario Balotelli parla da nuovo giocatore del Manchester City, e spiega i motivi della sua scelta: "C'erano tante squadre che mi volevamo, ma io ho sempre detto al mio procuratore che volevo andare al Manchester City e alla fine sono arrivato. Se non ci fosse stato stato Mancini non sarei venuto al City, mi ha lanciato, è stato importante per la mia carriera. Dopo Inter-Barcellona ho capito che dovevo andare via da Milano. C'erano troppe pressioni, soprattutto esterne. Non potevo più vivere a Milano. Dentro lo spogliatoio ho avuto un buon rapporto con quasi tutti i compagni".

    Nessun rimpianto per aver lasciato l'Inter: "Mi dispiace lasciare l'Italia, per la famiglia e per gli amici, ma non per il calcio. A livello professionale sono io che ho deciso di venire qui. Sono venuto per giocare e farò del mio meglio per essere titolare. Non sono un ragazzaccio, sono un ragazzo particolare, ma non un "bad boy", come dicono in Italia. Mourinho dice che sono difficile da gestire? Non rispondo non è più il mio allenatore".

    Un pensiero a Moratti: "E' stato un gran presidente, ho avuto un ottimo rapporto con lui. Se lo vedo per strada mi piacerebbe offrirgli qualcosa".

    Il talento azzurro ha poi continuato: "Sono felice di aver scelto la Premier anche perchè non esiste il razzismo, in Italia mi è capitato due o tre volte. A livello sportivo per un attaccante è più facile giocare in Inghilterra, dove c'è molta più tattica. I compagni mi chiamano "martello"? Non lo so, forse perchè tiro forte".

    Felice dell'arrivo di Balotelli anche Roberto Mancini: "Mario è un ottimo giocatore, per lui è stato difficile lasciare l'Italia ma per noi sarà un giocatore importante. Ha bisogno di 3-4 settimane di adattamento per capire il calcio. Mario ha tutto per diventare un fantastico giocatore, è giovane, è forte, è veloce, ha una buona tecnica, ha tutte le qualità per diventare uno dei migliori al mondo. Quando sei giovane a volte puoi avere comportamenti negativi, ma lui è un bravo ragazzo, un ragazzo normale. Non penso che con venti angeli si possa vincere la Premier. Crescerà come uomo e giocatore. Ho lavorato con lui un anno e non ho mai avuto problemi".

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