Calciomercato.com

  • Getty Images
    Barcellona, appunti verso l'Inter: passa tutto da Pedri, ma Flick ha anche dei punti deboli

    Barcellona, appunti verso l'Inter: passa tutto da Pedri, ma Flick ha anche dei punti deboli

    L'Inter avrà certamente preso appunti sul Barcellona in vista del grande appuntamento di mercoledì prossimo, per l'andata delle semifinali di Champions League. La partita contro il Real Madrid, al di là del risultato della finale di Coppa del Re e del grande dispendio di energie provocato dalla disputa dei tempi supplementari, ha fornito indicazioni molto utili a Simone Inzaghi e al suo staff di collaboratori. Partendo dal presupposto che i nerazzurri sono chiamati prima a risolvere le proprie incertezze palesate soprattutto in occasione della doppia sconfitta contro Bologna e Milan. La prima considerazione generale che viene naturale fare è che questo Barcellona è squadra più forte e più consapevole del Bayern Monaco, eliminato nei quarti di finale.

    Hansi Flick ha saputo ricreare un'identità di gioco in linea con la tradizione, fatta di automatismi che impressionano per la maniacalità con cui vengono messi in pratica dai giocatori che, ovviamente, sono il fulcro di tutto quanto. Perché le qualità individuali sono enormi in quasi tutti gli interpreti ma stupisce che, insieme a talenti innati come Cubarsì e Yamal, emerga con naturalezza dalla Masìa un ragazzo come Gerard Martìn, che sta sostituendo con una certa naturalezza un certo Baldé. Questo accade perché ogni interprete della rosa blaugrana sembra avere un database calcistico, appreso negli anni del settore giovanile e aggiornato quotidianamente con un allenatore preparato come Flick, che consente di scendere in campo sapendo sempre cosa fare e quando farlo.
    Poi c'è Pedri e qui le parole non basterebbero per riassumerne la grandezza e la centralità: sa fare tutto, punto. In modo divino.
    Grande densità nella zona del pallone e idee chiarissime sia nella fase di possesso che in quella difensiva. Il Barcellona, come da abitudine, ama avere il controllo del gioco e ama indirizzare la partita nella direzione a lui più congeniale. Questo per l'Inter non è necessariamente un problema, perché i ragazzi di Inzaghi hanno dimostrato a più riprese di sapersi adattare ad ogni scenario, ad ogni tipo di gara, come ci ha detto pure il doppio confronto col Bayern. Quello che però i tedeschi non sempre sono riusciti a fare con la stessa efficacia del Barcellona è attaccare con varietà: anche senza un centravanti totale come Lewandowski – cannoniere ancora eccezionale a 35 anni e regista avanzato all'occorrenza – che si tratti di giocare in ampiezza o trovare lo spazio in verticale per i catalani non sembra essere motivo di imbarazzo.

    Contro il Real Madrid, la scelta di Flick per rimpiazzare il polacco è caduta ovviamente sul suo sostituto naturale – Ferran Torres – decisamente meno punta ma più bravo negli spazi stretti e meno leggibile per un centrale bravissimo in marcatura come Francesco Acerbi. E prezioso anche per dare più soluzioni, venendo dentro al campo, a due esterni temibilissimi come Lamine Yamal e Raphinha. Questo ha permesso al tedesco di avere un giocatore in più tra le linee, Dani Olmo, per qualità superiore sia a Gavi che a Fermìn Lopez ma forse un po' meno propenso al lavoro in ripiegamento. Un piano che ha prodotto i suoi effetti fintanto che la condizione atletica ha sorretto il Barcellona e le corse all'indietro non erano motivo di preoccupazione, ma che è naufragato nella ripresa quando le squadre si sono allungate e il Real Madrid, con interpreti diversi e una convinzione differente, ha stravolto il copione. La sensazione è che Flick dovrà valutare al meglio su quali pedine puntare per non rischiare, anche con l'Inter, di perdere all'improvviso gli equilibri che portatori di palla puri come Pedri, De Jong e Dani Olmo non possono darti per novanta minuti.

    A proposito di ampiezza, se un calcio di talento e di livello alto non può prescindere dai duelli individuali – e in questo sia Yamal che Raphinha viaggiano su statistiche stagionali mostruose (14 reti e 22 assist il 2007, 30 e 23 il secondo) – attenzione anche al lavoro degli esterni bassi del Barça e alle mezzali. Soprattutto nella prima fase della partita col Real, i blaugrana hanno lavorato molto principalmente sulla corsia mancina, con Gerard Martìn, Pedri e Raphinha a costruire una catena che ha tagliato fuori Rodrygo e messo sotto pressione il centrocampo del Madrid e Lucas Vasquez. Sul lato opposto, Koundé è giocatore per caratteristiche più adattato e portato a spingere meno, ma ciò non toglie che Mkhitaryan e Barella, i due interni sui quali Inzaghi presumibilmente punterà, saranno molto sollecitati. Con loro, servirà un contributo non indifferente di Carlos Augusto (più in forma di Dimarco) e riavere, almeno a gara in corsa, un Dumfries in condizioni accettabili per potersi concedere qualche scorribanda.

    E' altamente probabile che il Barcellona farà la partita anche mercoledì prossimo a Montjuic, ma questo non significa che le opportunità per fare male l'Inter se le potrà costruire. Superato il momento di grande difficoltà della prima mezz'ora del primo tempo, il Real Madrid ha iniziato ad insistere su concetti diversi rispetto a quelli di partenza: meno impostazione da dietro – che deve essere necessariamente di grande precisione e tempismo contro una squadra come il Barcellona bravissimo anche nella riaggressione – più palloni verticali e lunghi, aggressività e reattività sulle seconde palle. Non è da escludere che Inzaghi possa puntare anche su questo per spaventare Flick e molto passerà dalle condizioni di forma dei suoi attaccanti: a Lautaro Martinez saranno richiesti gli straordinari, mentre sul partner ad oggi i dubbi sono molti e legati alle incognite su Marcus Thuram. Uno che coi suoi strappi sarebbe in grado di tenere in stato di allerta costante la coppia Cubarsì-Inigo Martinez come Vinicius e Mbappé hanno saputo fare nel secondo tempo.

    Cercando di tradurre tutto questo in parole più semplici, le chiavi per uscire da Barcellona con un buon risultato e la possibilità di giocarsi le proprie chance nel ritorno a Milano saranno principalmente due: ritmi alti e grande intensità, che anche una squadra quasi imbattibile può soffrire e che è stata la chiave per il clamoroso ribaltone del secondo tempo, e poi una concentrazione feroce. In fase difensiva, gestire al meglio i tempi di pressione e le scalate sarà fondamentale per non offrire troppo campo alle qualità di una avversario che, a dispetto della solita filosofia del possesso e del palleggio nel breve, non si fa troppi problemi a verticalizzare e sfruttare il contropiede quando c'è campo.

    Tutti gli AGGIORNAMENTI in TEMPO REALE! Unisciti al canale WHATSAPP DI CALCIOMERCATO.COM: clicca qui
     

    Commenti

    (113)

    Scrivi il tuo commento

    Utente CM 418937
    Utente CM 418937

    Sinceramente passa tutto dal duo De jong Cubarsi

    • 1
    • 0

    Altre Notizie