
Barcellona-Real Madrid è già la partita più attesa dell'anno: cos'è successo e perché i Blancos non volevano presentarsi
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Sono state – e sono ancora – ore febbrili per il calcio spagnolo che ha rischiato una presa di posizione del suo club più vincente di sempre che avrebbe avuto del clamoroso. Mai una squadra non si era presentata a una finale di coppa: sarebbe stato uno smacco troppo grande, un danno di immagine planetario per la Liga. Sarebbe stato perché poi nella tarda serata di ieri i madrileni hanno fatto dietrofront e, con un comunicato, hanno smentito le voci che erano circolate (e che loro stessi avevano alimentato).
Era stato quello l’ultimo atto di una giornata surreale. Ripercorrerla è un atto dovuto per immergersi in un momento davvero difficile per il calcio spagnolo che sta dando negli ultimi mesi un’immagine di sé tutt’altro che perfetta o da invidiare. Tutto era partito, a poco più di 24 ore dal match, da un video, l’ennesimo, pubblicato da Real Madrid Tv che provocava e accusava l’arbitro designato, Ricardo De Burgos Bengoetxea, di essere un anti-Real poiché con lui alla direzione della gara, Vinicius e compagni avevano una percentuale di vittorie inferiore rispetto a quella dei rivali.
Il fischietto ha reagito in un modo inaspettato e molto umano. Insieme al Var, ha parlato in conferenza ed è scoppiato in un pianto a dirotto quando ha raccontato di aver dovuto spiegare a suo figlio di non essere un ladro dopo che lo stesso piccolo era stato preso di mira a scuola. Parole dure poi sono arrivate anche dall’arbitro che seguirà la gara al Var e che ha incolpato della cosa il club di Florentino Perez.
Questa conferenza ha fatto scattare reazioni su reazioni, scatenando una sorta di reazione a catena. Anzitutto il Real Madrid ha chiesto alla Federazione di cambiare la designazione arbitrale in quanto i direttori di gara, con le loro parole e con i loro gesti, avevano dimostrato di non essere pronti a guidare una partita così importante. Ma i Blancos non si sono fermati lì: hanno boicottato tutti gli eventi ufficiali prima della partita. Niente foto di rito, niente allenamento, niente cena con i rivali, niente conferenza stampa.
La clamorosa presa di posizione però non ha fatto smuovere di un passo la Federazione che ha ribadito la fiducia nella squadra arbitrale e stabilito che quelli designati sarebbero rimasti i direttori di gara e che, soprattutto in extremis, non era possibili modificarli. Il presidente della Liga, Javier Tebas, si è scagliato su X contro il suo rivale Florentino Perez, accusandolo di voler mettere pressioni e di fare da padre padrone. Dal fronte Barcellona invece ha parlato Hansi Flick che, dopo le lacrime dell’arbitro, ha invitato tutti a ricordare come si stesse parlando di calcio e come ci siano cose più importanti nella vita. È intervenuto anche l’Atletico Madrid che ha condannato quanto fatto in giornata dai cugini.
Alle minacce però non sono seguiti i fatti. Dopo un primo comunicato durissimo contro gli arbitri, la loro presunta imparzialità e contro la Federazione, il Real ne ha pubblicato un altro dove smentiva di aver pensato di non presentarsi in campo. Insomma il Clasico che vale una Copa del Rey si giocherà in un clima infuocato con al centro un arbitro già sfiduciato e che avrà tutti gli occhi del mondo su di sé. In questo senso il Real – che arriva alla gara in un momento decisamente peggiore rispetto ai catalani – qualcosa l’ha già ottenuta: comunque vada un match dal così alto livello di talento in campo, si parlerà più della direzione di gara che di quanto si vedrà a La Cartuja di Siviglia. E pensare che, tra qualche settimana, l'11 maggio, i due club rivali si rivedranno di nuovo. Allora sarà per la Liga dove Yamal e compagni sono avanti di 4 punti mentre si entra nel rush finale. Barcellona e Real Madrid, amici mai.
Commenti
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Questi si vorrebbero portare da casa pure l’arbitro, qualora non fosse proprio possibile almeno u...