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  • Barella punto saldo dell'Inter, ma gli manca ancora una cosa per consacrarsi

    Barella punto saldo dell'Inter, ma gli manca ancora una cosa per consacrarsi

    Carattere, sacrificio, resistenza e potenza. Barella è ormai un punto saldo nello scacchiere nerazzurro e la coriacea prestazione contro il Napoli (in cui ha sfoderato in Idice di Efficienza Tecnica e un Indice di Efficienza Fisica del 94%) ne costituisce l’ennesima dimostrazione. Il nazionale Azzurro è un perfetto binomio tra qualità e quantità: combina infatti un’ottima proprietà di palleggio (K-Pass del 93%) con un’eccellente visione di gioco (K-Solution del 93%) e una notevole fase di non possesso (Pressing del 92%); senza contare che il talento ex Cagliari non si risparmia dal punto di vista atletico (indice di Stress del 93%, il più alto tra i suoi), percorrendo oltre 12km, di cui ben tre ad alta intensità e 300 metri di sprint. Convincente la sua performance anche sotto il profilo dei passaggi effettuati (a buon fine oltre il 60% di quelli ad alto coefficiente di difficoltà). Per consacrarsi definitivamente tra i migliori centrocampisti del campionato dovrà aumentare l’aggressività offensiva, considerando che contro i partenopei non si è mai proposto in situazioni di uno contro uno.

    Ascesa Immobile. Il gioco di contrasti è solo lessicale, perché dopo un avvio di stagione leggermente al di sotto del suo potenziale, la punta biancoceleste sta tornando ai suoi livelli ottimali, ed è emerso anche nel pareggio 1-1 in casa del Benevento. Già pronto dal punto di vista tecnico (Indice di Efficienza Tecnica del 94%), il bomber azzurro sta recuperando anche la forma fisica (Indice di Efficienza Fisica del 91%). Lo stress del 92% (insieme a Hoedt il più alto tra gli uomini di Inzaghi nel match in casa dei campani) evidenzia l’attitudine al sacrificio: percorre 11,6 km (di cui il 25% ad alta intensità) e supera per 34 volte la soglia dello sprint (25 km/h). L’efficienza del centravanti laziale deriva quasi totalmente dalle abilità tattiche (K-Movement del 93%, Aggressività Offensiva del 95%), doti che facilitano senza dubbio anche la performance dei compagni, creando spazi e semplificando le soluzioni di gioco. Più debole il contributo sotto l’aspetto dei passaggi effettuati (solamente uno di media difficoltà riuscito e due ad alta difficoltà sbagliati) e conta una sola occasione di uno contro uno, in cui punta l’avversario ma senza riuscire a superarlo.

    Solido e in crescita. Lo Spezia pareggia col Bologna ma vince ai punti il confronto con gli emiliani, registrando un +1,9% di Efficienza Tecnica e un +1,2% di Efficienza Fisica. La prestazione degli undici di Italiano è però più sbilanciata verso il secondo dei parametri, visto che mediamente l’Efficienza Tecnica si assesta sul 90%, mentre ben cinque giocatori (Nzola, Agudelo, Gyasi, Agoume, Marchizza) hanno prodotto uno IEF in linea con i Top Serie A. La squadra ligure ha il suo punto di forza principale nell’ordine tattico, campo di osservazione in cui emerge su tutti Maggiore (Indice di Efficienza Tecnica del 93%) ma anche nell’aggressività difensiva (fase in cui contribuiscono in modo decisivo con un 93% gli attaccanti). Tutto il reparto offensivo si sacrifica e i giocatori più avanzati sono i primi a rincorrere gli avversari, consentendo così ai compagni più arretrati di rifiatare e presentarsi lucidamente ai contrattacchi.

    Un gioiello, ancora troppo in cassaforte. Nel pareggio della Fiorentina contro il Sassuolo - che offre alla squadra di Prandelli un punto da cui ripartire - Franck Ribery ha messo in campo una performance in linea con i suoi standard (Efficienza Tecnica al 96% e Fisica al 92%) ma risulta ancora poco sfruttato dai compagni (Impact Factor 7%, il più basso tra i Viola). I gioielli insomma, è bene esibirli e sfruttarli. Se sul francese inoltre non ci sono mai stati dubbi in relazione alle sue doti offensive (K-Solution 97%, K-Pass 96%), per il futuro dei toscani sono molto rassicuranti gli indici in fase di interdizione (Pressing al 93%, Aggressività Difensiva al 91%), a dimostrazione dello spirito di sacrificio che mette a disposizione della squadra. Il trentasettenne di Boulogne-sur-Mer contro gli emiliani effettua quattro tiri (gli stessi di Berardi), cioè il doppio di qualsiasi altro giocatore in campo; ma la prestazione raggiunge un livello stellare quando si analizza la fase di possesso palla: completa tre passaggi ad altissimo coefficiente di difficoltà e sfrutta tutte le sei occasioni di uno contro uno: in quattro casi salta l’avversario, nei restanti due riesce a liberarsi e a trovare un filtrante. Senza tralasciare la notevole intelligenza tattica (K-Movement 92%) che gli consente di risparmiare energie preziose (lo stress fisico non raggiunge mai l’89%) e di accompagnare anche la crescita dei compagni di squadra. Insomma la Fiorentina fino a questo punto della stagione è stata anonima, a tratti impalpabile; ma mai come in questi casi un bel gioiello può fare la differenza.  

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