Calciomercato.com

  • BARI ANNOZERO/3 - 2007-2011: risalita con Conte, record di punti con Ventura e nuova retrocessione con Mutti

    BARI ANNOZERO/3 - 2007-2011: risalita con Conte, record di punti con Ventura e nuova retrocessione con Mutti

    • Vincenzo Murgolo

    L’ultima puntata si era conclusa con il Bari salvo al termine della stagione 2006-07, grazie al prestigioso successo contro la Juventus al San Nicola. La puntata odierna ripercorrerà invece le tappe dell’ultima risalita biancorossa: dall’arrivo del nuovo direttore sportivo Giorgio Perinetti nell’estate del 2007 alla promozione in Serie A ottenuta con Antonio Conte in panchina nel 2009, fino ad arrivare al record di punti nel massimo campionato stabilito dal Bari allenato da Giampiero Ventura nella stagione 2009-10 e alla nuova discesa in Serie B nella stagione successiva dopo l’avvicendamento tra lo stesso Ventura e Bortolo Mutti; sullo sfondo una nuova trattativa sfumata per il passaggio di proprietà della società biancorossa, stavolta con l’americano Tim Barton, gli addii dei grandi artefici delle ultime esaltanti stagioni (da Conte a Ventura, passando per Perinetti) e le prime avvisaglie di un caos che porterà il Bari nella situazione attuale.

    Il Bari che si presenta ai nastri di partenza del campionato di Serie B 2007-08 presenta ancora Beppe Materazzi in panchina (il padre dell’ex difensore dell’Inter e della Nazionale era subentrato all’esonerato Maran nel corso della stagione precedente), ma con una novità importante nell’organigramma societario: come nuovo direttore sportivo, infatti, la famiglia Matarrese ha deciso di ingaggiare Giorgio Perinetti, reduce da annate molto positive a Siena e unanimemente riconosciuto come uno dei dirigenti calcistici più competenti che ci siano in Italia; le novità riguardano anche l’organico, dove si registrano gli arrivi della giovane ala Davide Lanzafame dalla Juventus (il quale, per un singolare scherzo del destino, aveva debuttato nella prima squadra bianconera proprio in occasione della sfida persa dalla squadra torinese a Bari il 3 giugno 2007), del giovane terzino di scuola milanista Luca Antonelli (che oggi è addirittura nel giro della Nazionale di Cesare Prandelli), del centrocampista argentino Mariano Donda dagli argentina del Nueva Chicago, del difensore di scuola romanista Gianluca Galasso dal Frosinone, dell’esterno Massimo Bonanni dall’Ascoli e dell’esperto mancino Christian Stellini dal Genoa. Dopo la sconfitta interna all’esordio contro il Pisa (allenato da Giampiero Ventura e che in campo presenta Leonardo Bonucci, Edgar Alvarez, Vitaly Kutuzov e Josè Ignacio Castillo, tutti nomi che al San Nicola diventeranno familiari di lì a qualche anno…) inizia una serie altalenante di risultati che culmina con l’umiliante 0-4 subìto al San Nicola nel derby pugliese contro il Lecce; la sconfitta contro gli eterni rivali è un’onta che il 28 dicembre 2007 porta Materazzi alle dimissioni. Dopo alcuni giorni di indecisione, la scelta ricade su Antonio Conte, reduce dalla retrocessione in Serie C con l’Arezzo al termine della stagione precedente, ma che dalla sua ha anche l’ottimo rapporto costruito con il direttore sportivo Perinetti ai tempi in cui i due erano insieme al Siena (nella stagione 2005-06, infatti, Conte era stato il vice di Gigi De Canio sulla panchina dei bianconeri di Toscana); l’arrivo del nuovo allenatore coincide con il rafforzamento della squadra sul mercato, visto che a gennaio arrivano l’esterno congolese Pedro Kamata dal Legnano, il mancino Giovanni Marchese dal Chievo e il terzino di scuola juventina Andrea Masiello dal Genoa. Grazie al nuovo tecnico e ai nuovi acquisti, il Bari disputa un’eccellente seconda parte di stagione che lo porta a conseguire la salvezza con largo anticipo e a chiudere la stagione con un dignitosissimo undicesimo posto; la sensazione collettiva, tuttavia, è che la squadra abbia posto le basi per recitare un ruolo da protagonista nella stagione successiva.

    Estate 2008: confermato Conte in panchina, l’organico dei biancorossi viene rinforzato con gli arrivi di Nicola Santoni dallo Spezia come secondo portiere, del difensore Andrea Ranocchia e dell’ala argentina Emanuel Benito Rivas dall’Arezzo (i due erano stati allenati dallo stesso Conte quando quest’ultimo era stato il tecnico dei toscani), del terzino sinistro Alessandro Parisi dal Messina, del centrocampista Daniele De Vezze dal Livorno e dell’attaccante brasiliano Paulo Vitor Barreto dall’Udinese; potendo iniziare a lavorare sin dall’inizio del ritiro estivo, Conte ridisegna la squadra secondo un 4-4-2 estremamente offensivo, al punto da essere spesso identificato dall’opinione pubblica come un 4-2-4 che prevede i due esterni quasi sulla stessa linea dei due attaccanti. La nuova stagione, che nelle intenzioni dell’allenatore e della società dovrà vedere il Bari lottare almeno per i play-off, fa registrare subito il record di abbonamenti per una squadra di Serie B: le tessere vendute per assistere alle gare casalinghe dei biancorossi, infatti, arriva alla cifra ragguardevole di oltre 5200 tessere vendute. Il campionato rispetta subito le aspettative, tanto che la squadra di Conte si ritrova addirittura nelle primissime posizioni di un campionato in cui si ritrova a militare anche il Parma, finito in Serie B al termine della stagione precedente; a gennaio, nella sessione di mercato, l’organico viene puntellato con gli innesti dell’esterno Stefano Guberti dall’Ascoli e della punta bielorussa Vitaly Kutuzov proprio dal citato Parma e con il ritorno in prestito di Davide Lanzafame dal Palermo. L’ufficialità della promozione in Serie A arriva l’8 maggio 2009, quando la sconfitta del Livorno sul campo della Triestina dà al Bari la matematica certezza della promozione in Serie A con quattro giornate d’anticipo rispetto alla conclusione del torneo, ma per poter festeggiare formalmente bisogna aspettare il 30 maggio, quando al termine della partita vinta per 4-1 contro il Treviso viene consegnata al capitano biancorosso Gillet la Coppa “Ali della Vittoria” in un San Nicola che è un tripudio di bandiere biancorosse; dopo otto anni di tribolazioni, campionati deludenti, retrocessioni (giunte sul campo, ma sfumate causa fallimenti altrui) in C, partite disputate in uno stadio desolatamente vuoto (o quasi) e vicende societarie complicate, Bari può finalmente tornare a festeggiare e le sfide alle grandi del calcio italiano non sono più un lontano ricordo.

    A rovinare la festa, tuttavia, è il tumultuoso addio del principale artefice del ritorno in A dei biancorossi, ovvero l’allenatore Antonio Conte: il 23 giugno 2009, infatti, il tecnico e la società pugliese decidono che è tempo che le rispettive strade si separino a causa di dissidi legati alle scelte di mercato; a sostituire Conte arriva Giampiero Ventura, che potrà continuare ad impostare la squadra secondo gli stessi dettami tattici del suo predecessore e che nella conferenza di presentazione dichiarerà di essere “un allenatore che allena per libidine”, frase che gli varrà il soprannome di “mister libidine”. Grazie ad un sapiente gioco di prestiti e compartecipazioni messo in atto dal direttore sportivo Giorgio Perinetti, l’organico del Bari viene ritoccato in maniera significativa: arrivano il difensore Leonardo Bonucci e l’esterno honduregno Edgar Alvarez dal Pisa (dove erano stati allenati proprio da mister Ventura), il regista argentino Sergio Almiron dalla Juventus, gli esperti centrocampisti Riccardo Allegretti dalla Triestina e Massimo Donati dal Celtic e la punta Riccardo Meggiorini dal Cittadella. La prima partita di campionato è di quelle proibitive, visto che il Bari va a San Siro per sfidare l’Inter di Mourinho che a fine stagione realizzerà il famoso “triplete”: i biancorossi scendono in campo senza alcun timore reverenziale, passano in svantaggio grazie ad un calcio di rigore trasformato da Eto’o, pareggiano grazie alla zampata di Kutuzov e nel finale sfiorano il gol del colpaccio con Rivas, che però spedisce alto da ottima posizione. Rinfrancato dall’ottimo risultato, il Bari di Ventura prosegue il suo ottimo campionato strappando un altro pareggio prestigioso contro il Milan (basti pensare che il migliore in campo sarà il portiere rossonero Storari, mentre dall’altra parte Gillet sarà pressoché inoperoso), ma soprattutto strapazzando la malcapitata Juventus in un San Nicola tornato finalmente ad essere l’”astronave” che tutti avevano conosciuto negli anni ’90. La gara contro i bianconeri, disputata il 12 dicembre 2009, merita una citazione: il Bari passa in vantaggio nei primi minuti grazie al gol messo a segno da Meggiorini, poi subiscono poco dopo il pareggio bianconero ad opera di Trezeguet e si riportano avanti sul finire del primo tempo grazie ad un calcio di rigore trasformato da Barreto; ad inizio ripresa la squadra allenata da Ciro Ferrara sbaglia un calcio di rigore con Diego e sul finire del match è l’ex Almiron a trafiggere per la terza volta Buffon e a far esplodere la gioia di tutti i presenti allo stadio (eccezion fatta, ovviamente, per quelli di fede juventina). La splendida stagione dei biancorossi prosegue nonostante il grave infortunio occorso al difensore centrale Andrea Ranocchia, che con Leonardo Bonucci aveva formato una coppia difensiva tra le migliori del campionato, e si chiude con il decimo posto a quota 50 punti: con questo risultato il Bari stabilisce il proprio record di punti in Serie A, superando quello stabilito nel 1999 dalla squadra di Eugenio Fascetti (che invece si era fermata a quota 42); e forse sarà anche per questo record, oltre che per il bel gioco prodotto, che il Bari della stagione 2009-10 sarà etichettato dai tifosi biancorossi come “il miglior Bari di sempre”.

    Eppure questa stagione storica ha avuto nella sua fase iniziale una nota assai poco lieta, ovvero quella di una nuova trattativa sfumata per la cessione della società da parte della famiglia Matarrese. I fatti: il 18 settembre 2009 viene reso ufficiale l’accordo per il passaggio di proprietà dagli stessi Matarrese al magnate texano Timothy L. Barton per una cifra che si aggirerebbe intorno ai 25 milioni di euro; tuttavia il 30 settembre, a circa un mese dall’insediamento del nuovo proprietario (che, in base agli accordi, avrebbe dovuto avere luogo il 31 ottobre), viene comunicata l’interruzione della trattativa a causa del mancato versamento della caparra da parte dello stesso Barton. Per la terza volta in otto anni, dopo le trattative sfumate prima con Divella e poi con Cazzaniga di cui si è parlato nella puntata precedente, una cessione del club salta all’ultimo momento lasciando l’amaro in bocca ai tifosi biancorossi.

    L’ottimo campionato disputato, tuttavia, costringe il club biancorosso a cedere i due gioielli della difesa: Andrea Ranocchia passa al Genoa (che poi, nel gennaio del 2011, lo cederà all’Inter) e Leonardo Bonucci passa alla Juventus; per coprire il buco nella retroguardia biancorossa viene ingaggiato dal Parma il giovane Marco Rossi, ma l’ossatura di base della squadra rimane pressoché invariata. L’addio più significativo, tuttavia, è quello di Giorgio Perinetti, che saluta la Puglia dopo tre stagioni e viene sostituito da Guido Angelozzi; lo stesso Perinetti, qualche tempo dopo, dichiarerà che il divorzio dal Bari era avvenuto per scelta della stessa famiglia Matarrese e lancerà all’indirizzo della stessa accuse non troppo velate di negligenza in fase di programmazione della stagione. L’inizio di campionato è ottimo, visto che la squadra di Ventura batte in casa la Juventus all’esordio (1-0), ottiene due pareggi contro Napoli (2-2) e Cagliari (0-0), perde a San Siro contro l’Inter (0-4) e vince contro il Brescia per 2-1; alla sesta giornata, tuttavia, arriva una sconfitta in extremis sul campo del Genoa (2-1 con gol decisivo di Toni in pieno recupero) che dà il via ad una lunga striscia di risultati negativi, accompagnati da una serie impressionante di infortuni che decimano la squadra (su tutti quelli di Almiron e Barreto, autentici protagonisti della stagione precedente) e che costringono il tecnico Ventura a schierare spesso calciatori fuori ruolo per rimanere fedele al suo classico 4-4-2. Nel mercato di gennaio la squadra viene rinforzata con gli innesti del difensore polacco Kamil Glik (giunto in prestito dal Torino), del centrocampista rumeno Paul Codrea dal Siena, del centrocampista Simone Bentivoglio dal Chievo e degli attaccanti Gergely Rudolf dal Genoa e Stefano Okaka dalla Roma, e la ripresa del campionato dopo la sosta fa ben sperare, visto che il Bari va a vincere il derby pugliese sul campo del Lecce grazie ad un gol proprio del nuovo arrivato Okaka. Ma è soltanto un fuoco di paglia perché i risultati riprendono a non arrivare, il San Nicola inizia nuovamente a svuotarsi dopo i grandi numeri delle due stagioni precedenti ed esplode anche la contestazione dei tifosi: il 2 febbraio 2011 viene fatta esplodere una bomba carta sotto l’abitazione del presidente Vincenzo Matarrese, mentre l’8 febbraio viene duramente contestato addirittura “mister libidine” Ventura; il giorno dopo, dopo lo 0-2 subìto sul campo del Brescia, lo stesso Ventura e la società biancorossa decidono di rescindere il contratto che li legava. Come nuovo tecnico del Bari viene scelto l’ex tecnico di Atalanta e Messina Bortolo Mutti, che cambia modulo (dal 4-4-2 offensivo della precedente gestione si passa ad un 4-3-2-1 più coperto) e prova a risollevare le sorti della squadra, ma la stessa, nonostante il prestigioso pareggio per 1-1 sul campo del Milan futuro campione d’Italia e la vittoria sul difficile campo del Parma, continua nella sua striscia negativa e il 23 aprile retrocede matematicamente in Serie B dopo la sconfitta interna per 1-0 contro la Sampdoria; per un curioso scherzo del destino, a fine campionato anche i blucerchiati (legati al Bari da un gemellaggio che dura da anni) retrocederanno in cadetteria. L’ultimo atto dei biancorossi in Serie A, dopo la sconfitta per 2-0 contro il Lecce nell’ultima sfida casalinga, è la roboante vittoria per 4-0 sul campo del Bologna già salvo: mattatore del match è il giovane attaccante della Primavera Francesco Grandolfo, che diventerà il primo calciatore barese a realizzare una tripletta in una gara esterna giocata dal Bari in Serie A.

    La parte finale di quel campionato (e non solo), tuttavia, balzerà purtroppo agli onori delle cronache qualche mese dopo, quando l’inchiesta condotta dalla Procura di Bari sul fenomeno del calcioscommesse farà luce sulla triste realtà delle partite combinate nell’ambiente biancorosso; una pagina su cui si tornerà nelle prossime puntate, ma che rappresenta lo schiaffo più vergognoso che i tifosi baresi (quelli veri, s’intende!) potessero ricevere…

    Altre Notizie